Appena
19 minuti per
sfiorare il tetto d'Europa a quasi 3.500 metri, nel comfort più
assoluto e con un panorama mozzafiato. Queste sono
le nuove
funivie del Monte Bianco, che oggi hanno avuto la preapertura in
vista dell'inaugurazione ufficiale alla presenza del premier
Matteo Renzi (tra il 22 e il 26 giugno).
Ma più di ogni altra
cosa parla il dito indice che un freerider francese mette sulle
proprie labbra per zittire il compagno di escursione, a cui è
stato chiesto un confronto tra gli impianti italiani e quelli
d'Oltralpe. Già, l'ammirazione e l'entusiasmo, celati o meno,
non sono mancati tra chi è salito sull'impianto. Quattro anni di
lavoro inarrestabile e spesso in condizioni estreme, per un
investimento da 105 milioni di euro.
L'acciaio e il vetro delle due stazioni e delle quattro
cabine si inseriscono in un contesto che rimane dominato dai
giganti delle Alpi, ma che ora è più accessibile: anche i
diversamente abili infatti possono raggiungere
Punta Helbronner
(3.462 metri) dove la terrazza panoramica, dal diametro di 14
metri, in caso di necessità "si trasforma in elisuperficie",
spiega Sergio Ravet, coordinatore della sicurezza del cantiere.
Rispetto alla vecchia funivia, ormai dismessa per limiti di
età, questa è "una nuova dimensione". "Innanzitutto - spiega la
guida alpina Gianluca Marra, salito alle 7.30 sulla prima
cabinovia partita - è più veloce e poi non facciamo più le scale
per arrivare sul ghiacciaio".
Ma anche chi la montagna la guarda
soltanto, non si annoia di certo. Sia la stazione del
Pavillon
del Mont Frety (2.172 metri) sia quella di Punta Helbronner sono
trasparenti, grazie alle amplissime vetrate. Come le cabine,
che durante la corsa a 9 metri al secondo (poco più di 30
chilometri orari) ruotano su loro stesse di 360 gradi, con tanto
di sottofondo musicale.
Un
capolavoro di ingegneria e design,
che va dal pilone alto 102 metri (nel secondo tratto della
funivia) ai due ristoranti (con capienza di 150 persone), alla
sala conferenze-cinema (150 posti a sedere) al locale
commerciale della stazione del Pavillon del Monte Frety. "Se non
fosse per le vetrate, sembrerebbe di essere in un aeroporto!",
si lascia scappare la ristoratrice.
Un'opera complessa anche per l'adattamento di chi ha lavorato
in quota. A Punta Helbronner il termometro d'inverno arriva
anche a -25 gradi. "Il problema più grande? Sicuramente è il
freddo!", conferma Jean Paul, operaio senegalese che ha visto
nascere il cantiere, mentre con altri colleghi ultima alcuni
lavori di rifinitura. "Non siamo ancora in grado di fornire
tutti i servizi.
La vera apertura sarà verso fine giugno",
spiega l'amministratore delegato, Roberto Francesconi.