mercoledì 13 luglio 2011
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Giro di vite ridotto sulla rivalutazione delle pensioni (almeno fino a 5 volte il minimo), ma anticipo immediato dell’aggancio dell’età pensionabile alle aspettative di vita: scatterebbe già dal 2012, anziché dal 2014, con un aumento iniziale di un mese all’anno. E poi imposta sui depositi titoli riscritta su base proporzionale (si pagherà un tot in percentuale a seconda dell’importo) per non penalizzare troppo i piccoli risparmiatori e novità in arrivo sulle stock option (passeranno da subito al regime di tassazione ordinaria), mentre tornano persino a circolare voci su una patrimoniale in arrivo. La novità ufficiale di maggior rilievo diventa però l’anticipo della "clausola di salvagurdia" legata alla delega per la riforma del Fisco e dell’assistenza: i 17 miliardi indicati nei giorni scorsi dovranno essere trovati tutti già dal 2013.La "manovra-lampo" porta in dote una drastica rivisitazione del vecchio assalto alla diligenza, trasformato nel nuovo scenario in una pacifica e collaborativa riunione, nella sala del governo a Palazzo Madama, fra il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, e i rappresentanti dei gruppi parlamentari delle opposizioni. È da lì che scaturiscono i pochissimi emendamenti al decreto-legge in base ai quali i partiti di minoranza hanno acconsentito al clamosoro abbattimento dei tempi di approvazione del provvedimento.La stretta sulla rivalutazione annua delle pensioni alla fine resta in parte confermata, ma in una versione più limitata: le opposizioni hanno chiesto che valga soltanto per gli assegni che superano di 8 volte il minimo Inps (oggi 476 euro), mentre Tremonti vorrebbe farla partire pure per i trattamenti superiori di 5 volte al minimo (quindi attorno ai 2.400 euro lordi). L’unica certezza, dunque, è che si salvano le pensioni medio-basse, ovvero quelle fra i 1.428 e i 2.400 euro che manterranno un aumento pari al 90% della rivalutazione. Le verifiche finali sono state affidate nella notte alla Ragioneria dello Stato, in attesa della decisione definitiva.Si attenua poi la stangata sul bollo per i depositi titoli, che aveva fatto parlare a molti di una "supertassa sui Bot": la sua introduzione sarà più graduale, forse avrà un tetto sotto il quale non ci sarà nessun intervento e dovrebbe essere basata su un valore percentuale. In pratica si studia quindi un allentamento, che preveda un’imposta progressiva, contrariamente a quanto previsto ora dalle norme scritte in manovra a fine giugno (cioè per il 2011 e 2012 un’imposta di 120 euro, mentre dal 2013 era previsto un ulteriore incremento a 150 euro o a 380, a seconda che il valore del deposito titoli sia o non inferiore a 50mila euro). Non è dato sapere al momento se saranno esclusi i titoli di Stato, mentre "sotto traccia" circolano anche voci di una possibile imposta patrimoniale che farebbe capolino negli emendamenti.Una novità certa è invece l’anticipo della "clausola di salvaguardia", che colpirà i 150 miliardi di agevolazioni affastellate da anni norme sul fronte sia fiscale che assistenziale. Nel caso in cui la delega non venga esercitata entro il 1° gennaio 2013, scatterebbe subito un taglio orizzontale del 15% per ogni singola agevolazione. Una novità, questa, che come indicato dal premier Berlusconi, «rafforzerebbe» l’impianto della manovra.Sono alcune delle novità emerse in giornata, sulle quali ci sarebbe condivisione fra maggioranza e opposizione e che potrebbero dunque essere le prime e le ultime modifiche alla manovra (in tutto una decina) che, come da nuovo programma, dovrebbe essere varata definitivamente dalla Camera venerdì sera o, al massimo, sabato mattina. Tra le altre proposte avanzate dall’opposizione, che sono state avanzate anche dalla maggioranza e che hanno trovato il ministro consenziente, c’è anche quella sulla riduzione dell’ammortamento: «per evitare che le imprese non investano più in opere pubbliche», ha detto il capogruppo del Pd, Anna Finocchiaro. Si tratta della norma che prevede un tetto all’1% annuo della deducibilità fiscale delle spese di ammortamento per gli investimenti delle società concessionarie, un limite che potrebbe saltare. Riflessioni sarebbero in corso sulla norma che prevede che i "grandi eventi" siano sottoposti alla disciplina della Protezione Civile. Sempre l’opposizione chiede che venga tolta la norma, introdotta con il "decreto sviluppo", che innalza a 1 milione la soglia degli appalti che possono esser fatti senza evidenza pubblica. Altre novità potrebbero riguardare il Patto di stabilità interno, con fasce graduali di esclusione dai tagli per i Comuni virtuosi.
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