«Un flop la manifestazione di domenica ad Assisi? Mi viene da sorridere: hanno aderito 100 Comuni, 340 organizzazioni da ogni parte d’Italia, tantissimi rappresentanti nazionali della società civile, i tre sindacati nazionali e i leader dei due partiti d’opposizione... cosa dovevamo fare di più? E pensi che abbiamo preparato tutto in venti giorni...». Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della pace, non ha dubbi. «La domanda di pace nel nostro Paese resta viva e forte. Attenzione: parliamo di persone di pace e non di movimento pacifista. Non vedo nessuna disillusione, al contrario sento crescere l’indignazione per la gravità di quel che sta succedendo: la guerra è sempre un massacro».
Si avverte però anche una certa stanchezza nell’opinione pubblica italiana, soprattutto sulle sorti di Kiev. Non è così?
Sull’Ucraina, purtroppo, si sta verificando quel che avevamo denunciato. Bisognava negoziare per la pace, fare di tutto almeno per ottenere una tregua... invece abbiamo cercato di vincere la guerra e il risultato è che ci stiamo perdendo tutti. La decisione di Ue e Usa di non impegnarsi per una soluzione negoziata ha trascinato oggi Kiev al punto più basso.
Il conflitto mediorientale sembra aver diviso ancor di più il Paese, tra filoisraeliani e sostenitori della causa palestinese.
In Terrasanta, anzichè seguire la via del diritto e dell’umanità, si è trasformata la legittima domanda di protezione e di autodifesa di Israele in un pretesto per scatenare una forma totalmente illegale di vendetta. Ma la vendetta sugli innocenti è messa al bando dal diritto internazionale, non ci si può far giustizia da soli.
La comunità internazionale si distingue come al solito per inconsistenza e inefficacia...
Le guerre stanno ridefinendo tutte le relazioni internazionali basate sul principio della forza. Si discute sul ruolo dell’Onu, che è sotto pesantissimo attacco da tanto tempo e che ha un budget inferiore a quello dei vigili del fuoco di New York. Come fanno in condizioni simili le Nazioni Unite a spegnere tutti gli incendi bellici accesi nel mondo?
Resta il capitolo dei crimini di guerra.
La Corte penale internazionale sta lavorando, dopo la Russia, anche su Israele e Hamas. Si stanno raccogliendo elementi sia sui fatti del 7 ottobre sia su quel che si è prodotto dall’8 ottobre in poi. Finiranno tutti davanti a un tribunale.
Nel frattempo, la spesa militare non accenna a diminuire.
L’export di armi va avanti: in Italia la spesa militare continua a crescere e, se lo fa a ritmi inferiori rispetto al passato, è solo per ragioni di bilancio. Anche per questo, la gente è profondamente preoccupata: per la maggioranza dell’opinione pubblica non si vedono vie di pace percorribili in questo momento, mentre la parte attiva della società organizzata riflette e ragiona su un futuro senza guerre. Bisogna convergere tutti su questa idea di fondo, anche la classe politica che oggi appare complessivamente assente: penso invece che un orizzonte di speranza e riconciliazione sia ancora possibile.
Lotti (Tavola della pace): la domanda di una tregua dal Medioriente all'Ucraina, nel nostro Paese, resta viva e forte. No alla vendetta sugli innocenti. L'export di armi? Va avanti indisturbato
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