Sulle strade romane della prostituzione con Daniela Tiburzi (Pd), presidente Commissione delle elette Roma capitale. Incontriamo anche ragazzine sul marciapiede. Come si esce da sfruttamento e degrado?
Un’altra
Roma. Diversa. Quasi surreale, quasi. Almeno all’Eur e, un po’ meno, anche lungo la Salaria, la Tiburtina, a Prati Fiscali. Pochissime ragazze sui marciapiedi ad aspettare che qualcuno le paghi per qualche minuto di sesso. Molti lampeggianti che d’improvviso scheggiano di blu il buio e poco traffico anche per essere martedì sera. Auto di Polizia e Carabinieri che girano senza sosta, una che si ferma vicino a un camper sotto il Palazzo Civiltà del lavoro.
Eur, marciapiedi vuoti Cominciamo alle ventuno da via Cristoforo Colombo. Il cronista insieme alla presidente della 'Commissione elette Roma capitale', Daniela Tiburzi, Pd. Lei ha disdetto una cena per fare questo giro e con la sua macchina: stasera però non si tratta di politica, né progetti di strade a luci rosse, giunte e quant’altro. È questione solamente di capire, vedere ancora una volta. Le persone. La strada. A sorprenderci serve poco tempo, quello per raggiungere viale dell’Umanesimo, viale dell’Oceano Atlantico, di percorrere le strade 'famose' da decenni per la presenza di prostitute (e, assai più discreta, dei loro magnaccia). Mezz’ora, due sole ragazze. Ed è il risultato del 'servizio straordinario antiprostituzione' scattato due ore prima, alle diciannove: posti di controllo della Polizia, venti persone identificate e otto denunciate. L’Eur adesso sembra un’isola felice e controllata.
«Ragazzine, davvero ragazzine...» Dura poco. Un paio di chilometri e la nottata su viale Marconi è uguale alle altre. Le ragazze sono su entrambi i marciapiedi, sedute di solito alle panchine delle fermate del bus o a ridosso dei benzinai, forse perché c’è più luce e possono farsi vedere un po’ meglio. «Guarda, queste sono ragazzine, davvero ragazzine...», sussurra la Tiburzi: non una di loro sorride. Sono straniere, pelle chiara, a volte chiarissima. Trucco pesante, vestitini ridottissimi e atteggiamenti sguaiati non riescono a nascondere le loro età. La presidente guida, intristita, scuotendo la testa. «Ho una nipotina di tredici anni – sussurra ancora –, pensare che possa trovarsi in una condizione simile mi fa fermare il cuore. E queste ragazzine vogliamo fingere che siano figlie di nessuno?». Scala la marcia, resta in silenzio. Dopo un po’ riprende: «Si vede che sono bambine... Mi chiedo come facciano coloro che 'vanno' con loro a non immedesimarsi, magari sono anche padri o zii».
Ora dare meno nell’occhio Le ventitré passate da poco. Per toglierci i dubbi decidiamo di metterci sul Raccordo anulare, fare alcune decine di chilometri e poi, percorrendole quasi per intero, una alla volta avanti e indietro, andare a vedere cosa c’è sulla Salaria, sulla Tiburtina, com’è la situazione a Prati Fiscali, a Tor di Quinto. E non quadra. Troppo poche ragazze, addirittura lunghi tratti che di solito ne ospitano a decine, stasera sono vuoti. È evidente che non c’entra solamente quel 'servizio straordinario' della Polizia. Evidente che «con ogni probabilità – sottolinea la presidente – le organizzazioni criminali devono aver deciso di dare meno nell’occhio per un po’, sono stati accesi troppi riflettori mediatici». Davanti alle pochissime ragazze, c’è qualche auto in attesa, poche e per lo più di grossa cilindrata. «È sicuro che dietro tutto questo c’è sfruttamento, come pure grande sofferenza, è così evidente». Di nuovo sul Raccordo. La tristezza s’è gonfiata. Quelle ragazze intanto continueranno ad essere costrette a vendersi. La prostituzione è dappertutto, di giorno e di notte – dice lei –, «spesso anche sotto le abitazioni, a ridosso delle scuole, a ridosso delle chiese, non c’è quasi più angolo di Roma che si salvi. E non c’è solo prostituzione femminile, anche quella minorile maschile. Io credo si debba partire dalla sicurezza, ma non solo, con l’aiuto delle forze dell’ordine e delle associazioni di volontariato».
Niente strade 'a luci rosse' Meno di ventiquatt’ore dopo, ieri pomeriggio, pensa il commissario del Pd romano e presidente nazionale del partito, Matteo Orfini, a chiudere anche la vicenda dell’Eur: «La prostituzione è sfruttamento e schiavitù. Un fenomeno che non va governato, ma contrastato. Bisogna intervenire alla radice del problema colpendo i criminali e garantendo assistenza alle vittime ». Morale? L’iniziativa del minisindaco dell’Eur e le scelte annunciate dalla Giunta non prevedono istituzione di zone a luci rosse, ma il rifinanziamento del progetto Roxanne». In tal senso, «sono assolutamente condivisibili e vanno nella direzione del Pd di Roma». Anche se qualche suo compagno di partito adesso prova a spingere una legge per regolamentare le '
sex worker'.