giovedì 19 gennaio 2023
Il Consiglio dei ministri deve aggiornare il testo approvato alla fine dell'esecutivo a guida Draghi. Tra le novità il diritto alle cure palliative e il "co-housing generazionale"
Anziani non autosufficienti, la riforma del welfare in discussione al Cdm

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L’attesa riforma delle politiche per gli anziani e i non autosufficienti riparte oggi, con il varo in Consiglio dei ministri di un ddl delega che somiglia in massima parte a quello adottata, lo scorso 10 ottobre, dal governo Draghi. Un testo che era stato elaborato dopo le elezioni, e che quindi non è mai stato preso in carico dal Parlamento. L’esecutivo guidato da Giorgia Meloni lo ha ripreso tra le mani anche perché rappresenta uno degli obiettivi da raggiungere nell’ambito del Pnrr.

Un intervento che, se effettivamente realizzato attraverso i successivi decreti attuativi, e se dotato delle risorse necessarie, cambierebbe in modo sostanziale il welfare per gli anziani fragili e i non autosufficienti, spostando il grosso degli interventi sanitari e sociali verso la dimensione domiciliare, alleggerendo anche il carico sulle strutture del sistema sanitario.

La delega chiesta dal governo Meloni conferma i punti-chiave del testo elaborato, a ottobre, dall’ex ministro Andrea Orlando: si prevede la nascita di un Comitato interministeriale per la programmazione delle politiche nazionali, si rafforza la cooperazione tra Comuni e Asl per fornire a famiglie e caregiver un punto unico di accesso ai servizi, si definisce il Sistema nazionale per la popolazione anziana non autosufficiente, si integrano Assistenza domiciliare integrata (Adi) e Servizio di assistenza domicialiare (Sad). Sin qui il metodo che, come detto, ricalca quello già disegnata dal governo precedente.

Il ritorno in Cdm serve a validare alcune modifiche che invece sono farina del sacco del nuovo governo. Intanto, i decreti attuativi dovranno realizzare, tra i vari obiettivi, anche quello di «riconoscere il diritto delle persone anziane alla somministrazione di cure palliative domiciliari e presso hospice». Un paragrafo nuovo.

Cambia in parte anche la parte della delega inerente il “co-housing”: non solo vengono promosse forme di «coabitazione solidale domiciliare» tra persone anziane, ma si apre la strada anche alla «coabitazione intergenerazionale, specie con i giovani in condizioni svantaggiate». Un «co-housing intergenerazionale» anche nella forma delle case-famiglia.

Il pezzo forte della delega precedente, confermato anche dal testo del nuovo governo, è l’avvio della «prestazione universale graduata» che dovrebbe, a regime, assorbire anche l’accompagnamento. Il governo Meloni ha aggiunto una clausola di salvaguardia secondo cui, nel momento in cui la nuova «prestazione universale graduata» non dovrà valere meno del trattamento ricevuto nel regime precedente. È lo schema che il governo Draghi aveva già utilizzato per l’Assegno unico per figlio, che ha assorbito le voci prima finalizzate al sostegno alla natalità. Resta il meccanismo per cui la «prestazione universale» per la non autosufficienza potrebbe essere richiesta in parte in soldi e in parte in servizi di cura.

Una novità riguarda anche le risorse, che vengono dal Pnrr e dai fondi che già aveva individuato il governo Draghi, cui il nuovo esecutivo ha aggiunto anche il Fondo nazionale per le politiche sociale e il Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale. Quindi alcune risorse verranno spostate dal contrasto all’indigenza al sostegno ai non autosufficienti.

«L’assistenza socio-sanitaria alle persone non autosufficienti anziane è una questione prioritaria - presenta il testo la viceministra per il Welfare Maria Teresa Bellucci -. La nostra è la prima nazione in Europa per numero di anziani, la seconda nel mondo. Il nostro principio guida sarà l’assistenza domiciliare: la casa deve essere il luogo di cura, di protezione, di aiuto alle persone anziane».

Esprimono un giudizio positivo Cisl ed Fnp: «Garantire i diritti sociali alla popolazione più fragile, ma anche ampliare il bacino occupazionale e qualificare l’ambito dei servizi di cura, significa intervenire su alcune delle debolezze del nostro sistema socio economico. È quindi una positiva notizia che il disegno di legge venga discusso e varato. Attendiamo quindi l’apertura di un confronto» per la stesura concreta dei decreti attuativi.

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