Giorgio Santacroce è il nuovo primo
presidente della Corte di Cassazione. Lo ha nominato il plenum del
Consiglio superiore della magistratura, presieduto dal capo dello
Stato Giorgio Napolitano. Prende il posto di Ernesto Lupo, in pensione
dal prossimo 13 maggio.
Tredici i voti espressi in
plenum a favore di Giorgio Santacroce, nove quelli andati all'altro candidato, il
presidente della seconda sezione civile della Cassazione, Luigi
Rovelli. Quattro gli astenuti, il vicepresidente Michele
Vietti, il pg di Cassazione, Gianfranco Ciani, il presidente
uscente della Suprema Corte Ernesto Lupo e il laico del Pdl
Annibale Marini. Non ha votato, come di norma, il presidente
della Repubblica Giorgio Napolitano.
Da cinque anni guida la Corte
d'appello di Roma, che è il più grande ufficio
giudiziario d'Europa per estensione territoriale e bacino di
utenza. E per 27 anni è stato pm nella capitale,
occupandosi di inchieste scottanti, come quelle su Ustica e la
Loggia P2. È un curriculum di peso quello del nuovo primo
presidente della Corte di Cassazione Giorgio Santacroce.
Nato a La Spezia, 72 anni,in magistratura da 48, la sua
carriera si è svolta quasi tutta negli uffici giudiziari
romani, ad eccezione di una parentesi di 11 anni alla Corte di
Cassazione. Alla procura ordinaria capitolina è approdato nel
1970 e ci è rimasto per 20 anni. Anni intensi segnati da
inchieste importanti, sul terrorismo rosso (gli attentati dei
Nuclei armati proletari e il loro sequestro del giudice Giuseppe
De Gennaro, l'uccisione di Giorgiana Masi a Ponte Garibaldi) e
nero (l'inchiesta su Avanguardia nazionale e sugli omicidi di
Paolo di Nella e Francesco Cecchin), e su quello internazionale:
è Santacroce ad occuparsi dell'omicidio di rappresentati
dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina da parte
di agenti del Mossad israeliano, così come degli attentati
compiuti a Roma da esponenti di Settembre Nero. È di quegli
anni anche l'inchiesta sui fondi neri della Banca nazionale del
lavoro e sul disastro di Ustica. Dal 1990 con il passaggio alla
Procura generale di Roma, Santacroce rappresenta con successo
l'accusa nei processi riguardanti la Loggia P2, la vicenda delle
lenzuola d'oro (in cui furono coinvolti i massimi dirigenti
delle Ferrovie dello Stato), il sequestro del marchese Grazioli
da parte della Banda della Magliana, i fiancheggiatori di Prima
Linea e delle Brigate Rosse.
E anche da consigliere di Cassazione, dove arriva nel 1997
restandovi per 11 anni, si occupa di vicende giudiziarie di
risonanza nazionale: il giudizio di revisione dell'omicidio
Calabresi, il processo per l'omicidio di Marta Russo, e quello a
carico di Annamaria Franzoni, la mamma di Cogne condannata per
l'omicidio del figlio Samuele.
Negli anni Novanta viene sentito invece come testimone al
processo Imi-Sir per una cena con Cesare Previti.