La sede del liceo classico "Giulio Cesare" di Roma
Pareva una querelle conclusa, invece no. La vicenda che nella prima settimana di febbraio ha visto contrapporsi un gruppo di studenti e la preside Paola Senesi del Liceo classico Giulio Cesare a Roma per alcune proposte di "didattica alternativa" si sta prolungando in uno stucchevole attacco alla dirigente scolastica, accusata di atteggiamento censorio, simpatie «ultraconservatrici in chiave omofoba» e di «estrema destra» – com’è pure capitato di leggere – e persino di uso «furbesco» di una legge dello Stato come quella sulla «Buona Scuola» che invece la preside ha applicato in modo esemplare. Alla vigilia della «Settimana dello studente» Paola Senesi – alle spalle un curriculum di prim’ordine, che non a caso l’aveva portata nel 2017 alla guida di una delle scuole più prestigiose di Roma – aveva invitato gli studenti del Collettivo Zero Alibi – area della sinistra estrema – a rivedere tre loro proposte per le imminenti lezioni autogestite, tra le quali una sull’aborto e un’altra sull’identità di genere. E se per la prima la richiesta era di «non concentrarsi solo su una dimensione socio-sanitaria» ma comprendere anche «altri aspetti essenziali» e «fondanti della legge 194», sul gender la preside aveva richiamato «la nota Miur n.1972 del 15 settembre 2015» che, spiegando il comma 16 della «Buona Scuola», esclude le «ideologie di genere» dal percorso scolastico, con la necessità del consenso informato delle famiglie. Gli studenti del collettivo, che avevano rinunciato ai due progetti, hanno invece poi attaccato la preside, sostenuti da alcuni docenti.
Le polemiche non si sono però arrestate: gli interventi della dirigente. legittimi quanto ineccepibili, sono diventati il pretesto per un pesante processo pubblico a chi non è d’accordo con le tesi di una minoranza rumorosa. E nel giro di due giorni, il 24 e 25 febbraio, a sostegno di Paola Senesi sono scese in campo dapprima alcune associazioni di famiglie (Age, Moige, Articolo 26 e Generazione famiglia) e poi i genitori che siedono nel Consiglio di istituto del liceo. Le prime parlano di una «strumentale attenzione mediatica promossa con grave discredito alla preside e al liceo» e «ribadiscono il rifiuto di ogni discriminazione», mentre i genitori – unanimi – esprimono la «più totale disapprovazione verso ogni tentativo di strumentalizzazione ideologica e politica di quanto avviene» al Giulio Cesare. La nota dei genitori, inoltre, lascia capire come le polemiche siano nate da una frangia di studenti e prof mentre «i nostri ragazzi hanno continuato in questi giorni a vivere la loro scuola serenamente». Una prova «di maturità e autonomia di pensiero che di questi tempi è davvero merce rara».