venerdì 15 maggio 2009
Il Consiglio dei ministri salta per la mancata intesa con gli enti locali. Rimpallo di responsabilità tra il premier e il presidente della Conferenza delle Regioni, Errani. Fitto: «Si va avanti». Berlusconi ai costruttori: un tavolo tra 10 giorni.
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Non procedono i lavori per il piano casa del Governo. Nonostante gli auspici del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il quale voleva che il de­creto legge fosse licenziato già dal Consi­glio dei ministri di oggi, ieri è saltata l’inte­sa con gli Enti locali. E di conseguenza è slit­tata la discussione del provvedimento che era già all’ordine del giorno della riunione odierna dell’esecutivo. Alla fine di una giornata convulsa, la riunione della Conferenza unificata Stato­Regioni, prevista prima alle 16 e poi alle 18,30 alla fine si è conclusa con un nulla di fatto. Come già era avvenu­to settimane fa con l’an­nuncio e poi la messa in pausa del provvedimento. Slittamenti che preludeva­no al mancato accordo. An­che per il duello a distanza tra il premier e Vasco Errani, presidente del­la Conferenza delle Regioni. Il primo agli stati generali dell’Ance, l’asso­ciazione dei costruttori, dichiarava che per l’applicazione del piano serve «una legge regionale» e che le amministrazioni di cen­trodestra «hanno già provveduto», mentre le altre «dovranno adeguarsi». «Noi speria­mo che entro luglio – ha auspicato Berlu­sconi – si possa provvedere a rispondere al­le richieste dei proprietari che vogliono fa­re gli adeguamenti». Secondo il Cavaliere, che nel suo intervento davanti alla platea e­dile si è definito «vecchio collega delle co­struzioni », le risorse mobilitate dal piano (che prevederebbe un +20% di cubatura per le abitazioni mono e bifamiliari) potranno essere da 70 a 150 miliardi di euro in un an­no e mezzo. «Evitiamo di giocare sull’equivoco», la re­plica di Errani. Il quale ha ricordato come le Regioni sul tema abbiano una posizione unitaria. Mentre l’assessore alla casa della regione da lui governata, l’Emilia Romagna, si incaricava di controbattere a Berlusconi. «Non corrisponde al vero quanto da lui af­fermato: ricordo che l’unica Regione che ha fatto la legge è la Toscana, guidata dal cen­trosinistra », ha fatto sapere Giancarlo Muz­zarelli. Errani ha, poi, precisato di quali e­quivoci parlava: il decreto in discussione ie­ri era «quello sulla semplificazione e non sull’aumento della cubatura del 20%». Per concludere con l’affermazione che la Re­gioni attendevano risposte e precisazioni dall’esecutivo. La fumata nera indica che non sono arrivate. Proprio la semplificazione della procedura per la valutazio­ne ambientale strategica ( Vas), gli sgravi Irpef del 55% per i lavori di ristrutturazio­ne e la deroga all’assunzio­ne di personale tecnico per attuare le norme antisismi­che, erano gli ostacoli sulla strada dell’accordo. Supe­rati i quali il parere dell’as­sociazione dei Comuni sa­rebbe stato favorevole, ave­va sottolineato il presidente dell’Anci Ser­gio Chiamparino. Evidentemente non è riu­scita la quadratura del cerchio nella di­scussione tra rappresentanti di Regioni, Co­muni e Province, da un lato, e i ministri Raf­faele Fitto (Affari regionali) e Roberto Cal­deroli (Semplificazione normativa) dall’al­tro. «Il testo sarà portato in Consiglio dei ministri solo quando ci sarà un accordo tra tutti i soggetti – ha detto Fitto –. Il governo non intende imporre nessuna accelerazio­ne e non sarà qualche giorno in più a com­promettere la validità del progetto». Ci crede anche Berlusconi che, davanti ai rappresentanti delle imprese e dei sinda­cati del mondo e dell’edilizia ha accolto la loro proposta di un tavolo interministeria­le da realizzare «entro dieci giorni». Biso­gna, ha detto il capo del Governo, sveltire i tempi degli appalti e far ripartire lo svilup­po. «Sarò presente personalmente con tut­ti i ministri interessati e dobbiamo fare un grande lavoro. Anche perché, come dicono i nostri vecchi, quando funzionano le co­struzioni funziona tutta l’economia».
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