L'ufficio esecuzione della Procura di Milano ha respinto nei giorni scorsi la
richiesta dei legali di Silvio Berlusconi di avere il 'nulla osta' al rilascio
del passaporto, che gli era stato ritirato dopo la condanna definitiva per il
caso Mediaset, in vista del vertice del Ppe a Bruxelles in programma domani e a
cui il Cavaliere è stato invitato. I magistrati però hanno detto no all'istanza,
come riportato da alcuni quotidiani, perché, stando a quanto precisato in
Procura, ''non lo prevede la legge''. All'ex premier non rimane, quindi, che
sollevare il cosiddetto 'incidente di esecuzione' davanti al Tribunale, mossa
che comunque, sempre stando a quanto si è appreso, sarebbe tardiva perché la
decisione non arriverebbe prima di diversi giorni.
A Berlusconi era stato revocato il passaporto lo scorso agosto dopo la
condanna definitiva a quattro anni di carcere per il caso Mediaset. Quindi, in attesa
che sconti la pena - meno di un anno per via dei 3 anni di indulto e della
liberazione anticipata per buona condotta - il Cavaliere non può andare
all'estero. E non importa che il vertice sia a Bruxelles perché l'area Shengen
ha "abolito i controlli alle frontiere" ma non l'obbligatorietà di avere in
tasca un documento per l'espatrio. La legge per cui il pm dell'esecuzione ha
bocciato la richiesta del leader di Forza Italia - il provvedimento è stato
notificato lunedì scorso - è quella del 1967 che stabilisce le norme sui
passaporti. Dunque, come è stato riferito, per cercare di ottenere il passaporto
l'ex premier potrebbe fare un incidente di esecuzione davanti a tribunale, mossa
che però si rileverebbe tardiva, in quanto l'incontro è programmato per domani.