lunedì 18 maggio 2015
Il procuratore di Catania sul naufragio di 800 migranti dello scorso aprile: il recupero delle i corpi non serve per le indagini. Il Centro Astalli: ​"Negare una degna sepoltura è contro ogni principio di umanità".
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"Negare una degna sepoltura è contro ogni principio di umanità. Passeremo alla storia come una civiltà barbara che per motivi economici non seppellisce i morti". Questo il commento di padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, dopo quello che sembra essere l'orientamento di non recuperare i corpi degli 800 migranti morti nel naufragio dello scorso 19 aprile, che giacciono nel relitto a 370 metri di profondità.
"Per l'ennesima volta - ha detto il gesuita - principi basilari di civiltà e umanità sembrano passare in secondo piano davanti a presunte motivazioni economiche. Non c'è fine all'orrore. Quei corpi in fondo al mare hanno diritto a una degna sepoltura".
Padre Ripamonti ha poi ricordato che "ci sono più di 800 famiglie che non sanno se i loro cari sono vivi o morti" e che, quindi, è "un dovere recuperare quei corpi e per quanto possibile dare loro un nome. Lo dobbiamo fare, è una questione di civiltà. Chiediamo a coloro che in questo momento devono decidere della sorte di quei morti - ha concluso - di provare a mettersi nei panni dei congiunti che aspettano di sapere. Proviamo a pensare se in fondo al mare ci fossero i nostri figli o i nostri fratelli".
La polemica è sorta dopo che il procuratore della Repubblica di Catania Giovanni Salvi in una intervista aveva detto che il recupero dei corpi rimasti nel barcone affondato "non è utile alle indagini". E poichè il recupero comporterebbe spese enormi "se - ha aggiunto Salvi - lo vuole fare il governo o altri per motivi umanitari va bene".Un parere tecnico, legato all'inchiesta, su cui oggi sono giunte alcune precisazioni dallo stesso Salvi: "La Procura di Catania ha posto, sin dal primo momento, al centro del suo impegno la tutela delle vittime del naufragio. Uno dei suoi primi atti è stato quello di aprire un indirizzo di posta elettronica dedicato ai familiari delle vittime e ogni richiesta di informazioni viene da me gestita e immediatamente inviata alla polizia giudiziaria che sottopone ai superstiti le foto ricevute. Subito dopo rispondo personalmente a tutti i familiari che hanno chiesto informazioni".Salvi nella nota ha aggiunto che "sin dalle prime comunicazioni si è messo in rilievo che il recupero delle vittime per finalità umanitarie non compete all'autorità giudiziaria, mentre altre autorità del governo hanno già manifestato disponibilità in tal senso". 
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