Prima il carcere di San Vittore, poi il Duomo. Due luoghi simbolo della città saranno la casa temporanea di uno dei capolavori di Michelangelo, la Pietà Rondanini, alla quale l’amministrazione comunale ha deciso di dare una nuova collocazione all’interno del Castello Sforzesco. È questo il percorso tracciato ieri dall’assessore alla Cultura Stefano Boeri, dopo l’approvazione in giunta della delibera, davanti alla commissione Cultura e alla sottocommissione Carceri riunite in seduta congiunta a Palazzo Marino.L’ospitalità temporanea della Pietà Rondanini in Duomo è il risultato di «un felice concorso di idee», spiega monsignor Luca Bressan, vicario episcopale per la cultura. «Al Comune avevamo chiesto il calco del monumento per le catechesi quaresimali del cardinale Scola in Duomo, come lo scorso anno, accompagnate dall’esposizione di opere d’arte in Cattedrale. Quando il Comune ci ha detto di poter mettere a disposizione l’originale e ci ha proposto di ospitarlo, come avverrà, nel periodo natalizio, abbiamo accolto volentieri la proposta». «Così – conclude il vicario per la cultura – la Chiesa madre di Milano potrà accogliere un capolavoro che è patrimonio di tutti i milanesi».«Con il sindaco abbiamo ritenuto che fosse una occasione straordinaria» ha detto l’assessore Boeri. Dopo il periodo di esposizione in San Vittore dunque, verso la fine dell’anno, probabilmente a novembre, la Pietà sarà trasferita nella cattedrale «almeno per due mesi», fino al ritorno al Castello Sforzesco, previsto attorno al febbraio 2014, in uno spazio espositivo «completamente rinnovato». Si tratta dell’ex infermeria che ospitò nel Seicento i malati di peste. Era previsto che diventasse una sala conferenze ma il Comune ha deciso di trasformare quello spazio, assai suggestivo, nel museo di Michelangelo al quale farà da contraltare un’altra zona espositiva dedicata a Leonardo da Vinci.Il Comune è al lavoro per assicurare la massima sicurezza all’opera durante gli spostamenti. Portare l’opera a San Vittore costerà 700mila euro, finanziati da Fondazione Cariplo. La Pietà sarà collocata nella Rotonda che collega i vari bracci, protetta da una teca, mentre i detenuti saranno coinvolti come guide per i visitatori esterni. «Stiamo studiando con il Fai come rendere visitabile l’opera all’interno del carcere – ha spiegato Boeri – dalle 16.30 alle 18.30 quando non c’è circolazione di persone nella cappella centrale, per permettere il maggior numero di ingressi, comunque contingentati e con preiscrizione, con un protocollo particolare, a gruppi di 30. Nell’atrio del carcere sarà messa a disposizione la documentazione sull’opera in varie lingue. Un’occasione come ha spiegato il presidente della sottocommissione carceri Lamberto Bertolé per portare l’attenzione sulle condizioni di vita nelle carceri dopo la condanna nei confronti dell’Italia da parte della Corte europea: «Vorremmo che fosse l’occasione per riflettere sul concetto di pietà e della pena». L’assessore Boeri ha infine lanciato la proposta di ospitare altre opere a San Vittore trasformandolo in un «luogo di esposizione permanente».