Ferragosto di fuoco per il Colle. Dopo le polemiche scatenate nei giorni scorsi dall’intervista all’
Unità, domenica Giorgio Napolitano ha letto con disappunto un’intervista a
il Giornale, in cui il vicepresidente dei deputati Pdl Maurizio Bianconi lo accusava di stare «tradendo la Costituzione». Se è così, si avvii la procedura di "impeachment", ribatte in modo piccato il Quirinale.Il concetto viene espresso in una durissima nota nella quale si definiscono quelle affermazioni «avventate e gravi», e si invita il parlamentare, «essendo questa materia regolata dalla stessa Carta (di cui l’onorevole Bianconi è di certo attento conoscitore)», - «se egli fosse convinto delle sue ragioni» - a esercitare il «dovere di assumere iniziative ai sensi dell’articolo 90 e relative norme di attuazione». È l’articolo che regola la messa sotto accusa del Capo dello Stato. Altrimenti quelle di Bianconi «resteranno solo gratuite insinuazioni e indebite pressioni, al pari di altre interpretazioni arbitrarie delle posizioni del presidente della Repubblica e di conseguenti processi alle intenzioni».Proprio le tre parole finali spiegano gli strali presidenziali. Le parole di Bianconi sono, infatti, solo il cerino che fa esplodere il barile caricato a benzina in questi giorni di reazioni veementi alle parole del Colle. Nell’intervista al quotidiano fondato da Antonio Gramsci auspicava che non ci fosse «vuoto politico» e invitava a non «delegittimare» il presidente di un ramo del Parlamento (trasparente richiamo agli attacchi del Pdl verso Fini). Con seguito sul
Corriere della sera: non esistono governi tecnici ma solo politici. E spetta a lui verificare se ne sussistono le condizioni in Parlamento.Tutt’altra musica rispetto a quella suonata dal Pdl con il coro "o Berlusconi o il voto". Ieri ancora Fabrizio Cicchitto - che pure smorzava i toni della polemica di Bianconi e garantiva «massimo rispetto» al Colle - indicava l’obiettivo di proseguire con il governo, ottenendo il sostegno del Parlamento su quattro punti qualificanti. In caso contrario «riteniamo che si debba andare al voto e non si debba dar vita a governi tecnici o di transizione». Linea ribadita anche da un esponente del governo come Altero Matteoli.All’attacco, invece, i finiani e le opposizioni. «Accusare in via preventiva il presidente della Repubblica di voler favorire governi alternativi a quello in carica è un tentativo di intimorire», sottolinea Italo Bocchino (Fli). Accuse di puntare allo sfascio istituzionale arrivano da Pd e Idv. I «continui attacchi» del Pdl a Napolitano sono «inaccettabili e devono finire», sottolinea Anna Finocchiaro, presidente dei senatori democratici. Lorenzo Cesa (Udc) invita Berlusconi a «far tacere le voci irresponsabili che si levano dal suo partito». Un invito ai moderati del Pdl a «prendere le distanze da comportamenti del genere» arriva anche da Giuseppe Fioroni (Pd).