Pur stremato dalla malattia che si era ulteriormente aggravata, don Salvatore ha continuato a celebrare l'Eucaristia nella propria abitazione, per poche persone alla volta. "Essere prete è bello”, diceva alle tantissime persone che in questi mesi sono andate a fargli visita. Nonostante la malattia, ha sempre accolto benevolmente tutti quelli che ne facevano richiesta. Tutti ha ascoltato, tutti ha confortato. Tutti, nel suo ministero, ha amato, scrive in un comunicato la diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie. Don Salvatore era nato a Barletta il 7 marzo 1977. Giovane sempre impegnato nella vita ecclesiale, ha proseguito la sua formazione prima nella parrocchia Santa Maria degli Angeli e, successivamente, nella Parrocchia del SS. Crocifisso, dedicandosi alla formazione dei giovani. Nel 2012 entrò nel Seminario regionale di Molfetta: era uomo di preghiera, di profonda spiritualità e di grande apertura culturale. Era anche giornalista pubblicista e nel 2013 scrisse, con il compagno di seminario Vincenzo de Gregorio, "L’umanità libera sorride a Dio. Agorà e Parola" (Tau editrice), dopo la raccolta di poesie "Le scaglie intorno", scritto nel 1999 (Albatros-Il Filo). Nell'estate del 2014 a don Salvatore fu diagnosticata una neoplasia all’esofago a causa della quale si è dovuto sottoporre a terapie intensive che però non lo hanno mai distolto dal cammino di formazione al presbiterato. Nello stesso anno ha chiesto e ottenuto il nulla osta per l’ammissione all’ordine del diaconato e presbiterato, che è stata celebrata il 26 dicembre 2014 nella parrocchia del SS. Crocifisso di Barletta. Quando le condizioni di salute si aggravarono, don Salvatore espresse al suo parroco prima, don Ruggiero Caporusso, e quindi al vescovo monsignor Pichierri il desiderio di completare il suo percorso formativo. E così fu.
“Le motivazioni di Salvatore non si possono ridurre semplicemente ad un desiderio personale di diventare presbitero - si legge nel comunicato -, ma sono sostenute e avvalorate da un attento discernimento sulla chiamata, che ha sentito confermata in sé, anche nei momenti della malattia. La sofferenza gli ha fatto percepire una più profonda comunione al mistero di Cristo, per una carità a servizio delle persone più sofferenti". Don Salvatore è stato ordinato presbitero il 16 aprile nella sua abitazione. Nell'ultimo anno don Salvatore aveva trascorso molto tempo negli ospedali e nonostante la sua lancinante sofferenza, nelle corsie ha sempre trovato il tempo e le parole giuste per rincuorare e infondere speranza. Da questa forte esperienza è nato in lui il desiderio di aiutare gli ammalati poveri, coloro che nella malattia vivono la solitudine fisica, spirituale e l'indigenza materiale. "Qui si celano i prodromi per il suo sogno che, speriamo Dio, possa vedere la luce al più presto", si legge ancora nel comunicato. Don Salvatore ha avuto anche la grande gioia di amministrare il sacramento del Battesimo alla piccola Jennifer, provvidenzialmente il nome della Venerabile Genoveffa di Foggia a cui don Salvatore negli ultimi giorni si era affidato, pregando davanti alla reliquia che gli avevano portato per l'occasione.