Il salvataggio di un gommone carico di persone, nel mar Egeo, di fronte alle isole greche - .
Dramma dell’immigrazione nell’Egeo, sulla rotta dimenticata che dalla Turchia porta alle coste calabresi e pugliesi. Un barcone con a bordo una cinquantina di persone è affondato nella notte di martedì al largo delle coste di Folegandros, isola meridionale delle Cicladi. Tre i corpi recuperati dalla Guardia costiera greca, 12 le persone salvate, tra le quali una donna, decine i dispersi. In gran parte di nazionalità irachena. L’imbarcazione, malgrado il tempo pessimo, era partita dalla Turchia, diretta verso l’Italia. Una rotta gestita dai trafficanti turchi e che nel 2021 ha avuto numeri record. Dall’inizio dell’anno sulle coste calabresi ioniche sono arrivate circa 7mila persone, tre volte quelle del 2020. Più di 2mila invece gli approdi sulle coste pugliesi, in particolare il Salento, quasi il doppio del 2020. E i drammi si ripetono.
Lo scorso 26 ottobre nei pressi dell’isola di Chios era affondato un altro barcone. In quell’occasione erano morti quattro bambini, tra 3 e 14 anni, mentre 22 persone erano state salvate. Naufragi che non fanno notizia, così come la rotta, malgrado i numeri in crescita. Soltanto nel settembre 2015 questi 'viaggi della speranza' arrivarono in prima pagina con la foto del piccolo Aylan Kurdi, il bimbo siriano di tre anni, il cui corpo venne trovato su una spiaggia turca. Eppure neanche l’inverno blocca i trafficanti. Il 16 e 17 dicembre due barche a vela sono approdate in Puglia. La prima con 18 persone a Nardò.
La seconda a Santa Maria di Leuca, con 76 persone, iracheni, siriani, palestinesi, iraniani. La notte scorsa, invece, il viaggio è finito in tragedia. Il barcone avrebbe rotto il motore e cominciato a imbarcare acqua. «I sopravvissuti sono riusciti ad arrivare su un gommone che era legato all’imbarcazione più grande. Solo due di loro indossavano giubbotti di salvataggio», ha riferito il portavoce della Guardia costiera, Nikos Kokkalas. La presenza del gommone è un classico di questa rotta. Serve agli scafisti per allontanarsi quando si è in vista delle coste italiane. La maggior parte dei migranti prova ad attraversare a bordo di gommoni dalle coste della Turchia verso le vicine isole greche.
Ma con l’aumento dei pattugliamenti e le accuse di rimpatri verso la Turchia per chi arriva, molti provano rotte più lunghe su imbarcazioni più grandi. Ma aumentano anche i rischi. Non pochi i salvataggi nel 2021 operati soprattutto dai mezzi italiani. Il 24 aprile la Guardia costiera soccorre un peschereccio con 119 persone a bordo e il motore bloccato che rischiava di capovolgersi per le onde molto alte. Il 30 marzo 32 immigrati, tra i quali 8 minorenni, iraniani e iracheni, di etnia curda, si erano salvati solo grazie alla nave cargo 'Rachel Borchard', battente bandiera delle Isole Marshall, proveniente dalla Turchia e diretta a Salerno. Il 4 giugno è la Guardia di Finanza a soccorrere al largo della Locride una piccola barca da pesca con 37 immigrati, 35 dei quali minori non accompagnati, egiziani, libici e eritrei.
Il 6 novembre una catena umana di poliziotti e marinai della Guardia costiera porta a riva 75 persone arenate col mare 'forza 4' davanti alla costa di Isola di Capo Rizzuto. Il 27 novembre, ultimo approdo in Calabria, la Guardia costiera, con mare 'forza 5', soccorre un peschereccio con 240 immigrati a bordo, siriani e palestinesi, trasportati poi a Roccella Ionica. Tra loro un bimbo nato poche ore prima.