Fortissima convergenza di vedute». Mario Monti fotografa così le relazioni con Parigi dopo la visita di ieri a Roma del presidente francese Francois Hollande. L’appuntamento rafforza l’asse delineatosi nelle scorse settimane con la comune intenzione di proteggere l’euro e segnare una discontinuità negli strumenti per affrontare la crisi e proteggere i Paesi dell’eurozona più esposti. Nella consapevolezza sottolineata da Monti che gli «importanti progressi fatti non sono sufficienti a tenere la moneta unica al riparo delle turbolenze dei mercati». E che è quindi necessario «agire per un rafforzamento dei punti deboli del sistema».Hollande ha avuto un lungo colloquio con il premier a Palazzo Chigi, poi la visita al Quirinale da Giorgio Napolitano. Appuntamenti che hanno confermato una «grande convergenza politica», come ha sottolineato il capo del’Eliseo. Francia e Italia sono d’accordo, ha osservato poi Napolitano, sulla «necessità di far scaturire dal Consiglio europeo (di fine giugno,
ndr) la più ferma e concreta determinazione di consolidare l’irrinunciabile conquista dell’euro». In un «momento cruciale» della sua storia, è «decisivo che l’Europa – ha aggiunto – possa contare sulla comunanza di vedute tra Italia e Francia» per far «vincere l’Europa delle culture contro quella dei nazionalismi, di nuovo in agguato in questo tempo di crisi».Monti e Hollande ne hanno discusso per quasi due ore. Non era il primo incontro tra i due. Ma era il primo vertice bilaterale dopo le presidenziali transalpine. I due capi di governo hanno fissato alcuni capitoli dell’agenda che attende l’Europa. Rilanciando una serie di parole d’ordine comuni: un no chiaro all’uscita della Grecia dall’Eurozona, la necessità di rafforzare la crescita anche per rafforzare i conti pubblici, l’individuazione di strumenti di stabilizzazione dei mercato del debito come gli eurobond. «Abbiamo discusso del debito sovrano – ha spiegato a questo proposito il capo del governo italiano e degli strumenti per stabilire la fiducia sui Paesi più esposti» e di una «emissione di titoli comuni».L’iniezione di liquidità verso il sistema bancario spagnoli deciso nello scorso week end è stata un passaggio positivo, hanno notato i due presidenti, ma la nuova ondata di speculazione che si è scatenata sui mercati, e che ha preso di mira soprattutto l’Italia, è la plastica dimostrazione che l’emergenza non è finita e che occorrono misure più coraggiose per affrontarla. Se ne parlerà al G20 di questo fine settimana a Los Cabos in Messico e poi nel vertice quadrangolare del 22 giugno, sempre a Roma: con Monti e Hollande ci saranno il premier spagnolo Mariano Rajoy e la cancelliera tedesca Angela Merkel, la grande "nemica" degli eurobond. Tanto Hollande che Monti hanno insistito sulla necessità di una maggiore attenzione al tema della crescita economica. Italia e Francia, ha rilevato Monti, hanno «appreso dai decenni passati che non è un buon affare trascurare la disciplina di bilancio, ma la disciplina dei conti pubblici non basta per la crescita, per lo sviluppo e la creazione di posti di lavoro». Una linea di intervento che si traduce nella richiesta di aumentare gli investimenti produttivi con strumenti rapidi, ha sottolineato il presidente francese e una maggiore flessibilità nella classificazione della spesa pubblica dei singoli Stati. È la sfida dei
project bond e della proposta di non conteggiare nel deficit le spese sostenute per le grandi infrastrutture.