Dopo i voti in Francia e Grecia serve una svolta in Europa che, senza abbandonare il rigore, deve con urgenza attuare misure per la crescita.
Mario Monti alza il telefono e contatta direttamente i principali leader europei: chiama Francois Hollande, Angela Merkel, David Cameron e Herman Van Rompuy. A tutti ripete lo stesso concetto: il risultato delle elezioni in Grecia è preoccupante. I partiti pro-rigore ellenici, schiacciati dalle ali estreme, saranno probabilmente incapaci di formare un Esecutivo che garantisca il necessario rigore. Anche in Francia, nel primo turno, è emerso lo stesso ''disagio''. E lo stesso potrebbe avvenire in Olanda, ma anche in Italia dove le amministrative potrebbero spingere i partiti "anti-sistema". Ecco perché Monti ritiene ''urgente'' che l'Europa risponda. E la vittoria del candidato socialista in Francia offre l'opportunità di una svolta. ''Hollande, come del resto Sarkozy, ha le nostre stesse idee sulla crescita, anzi noi siamo antesignani delle sue proposte'', spiega una fonte di governo, confermando che il nuovo inquilino dell'Eliseo non ha nessuna intenzione di mettere in discussione il rigore del Fiscal Compact, ma chiede che sia accompagnato da misure per rilanciare l'economia. Esattamente ciò che chiede Monti: "I risultati delle elezioni in Francia e in Grecia impongono una riflessione sulla politica europea'', afferma il premier italiano al termine del giro di telefonate. Il rigore resta ''essenziale'', pur se nell'abito di una spesa pubblica che deve ''privilegiare'' quella per ''investimenti produttivi'' rispetto ''alla spesa corrente''. Ma il rigore ''non è certo sufficiente per l'obiettivo chiave: una crescita sostenibile''. Per questo, è fondamentale che l'Europa adotti ''con urgenza concrete politiche per la crescita''.Il premier rivendica il ruolo dell'Italia nel aver rilanciato il dibattito in Ue. E ora con Hollande all'Eliseo e le riforme avviate dal governo, l'Italia troverà ''uno spazio maggiore'' per far sentire la sua voce. Monti ribadisce che intende rispettare sia i vincoli di bilancio che la ''pesante'' lettera della Bce. Ma anche che è giunto il momento di cambiare passo. A questo dovrà servire il prossimo Consiglio europeo di fine giugno in cui metterà sul tavolo le proposte già annunciate dal governo: usare i fondi del bilancio Ue, mercato unico, project bond, stralcio degli investimenti e delle spese per la Pubblica amministrazione. Il tutto potrebbe essere discusso nella cena che Van Rompuy ha detto di voler organizzare con i leader europei prima di giugno. Una sorta di vertice straordinario per accelerare i tempi.