martedì 4 agosto 2009
Le vittime, originarie di Torino, stavano cercando di scalare la vetta sul massiccio degli Ecrins, nelle Alpi francesi. Secondo le prime informazioni hanno fatto una caduta di circa 400 metri e sono morti sul colpo.
  • LA SCHEDA: Due mesi di incidenti in quota, ecco tutte le vittime
  • COMMENTA E CONDIVIDI
    Una scivolata, un urlo che spezza il silenzio della montagna e un tonfo sordo alla base della parete. Quattrocento metri più in basso. Così, ieri, sono morti tre alpinisti italiani intenti a scalare, in cordata, il versante sud del Meije, cima di 3.983 metri del massiccio degli Ecrins, nelle Alpi del Delfinato francese. Due di loro avevano in tasca le tessere del Cai di Torino, attraverso cui sono stati identificati. Si tratta di M.P. ingegnere trentatreenne di Moncalieri, cittadina della provincia di Torino, e A.C. residente nel capoluogo piemontese dove lavorava alla Fiat. Entrambi erano impegnati come istruttori nella scuola di alpinismo del Cai torinese ed erano partiti per il Delfinato insieme ad un amico, del quale fino a ieri sera non erano state ancora rese note le generalità. Secondo una prima ricostruzione, i tre alpinisti stavano avanzando in cordata quando uno, presumibilmente il capocordata, è scivolato trascinando nel vuoto gli altri due compagni. Stando agli uomini del soccorso alpino - intervenuti per recuperare le salme su segnalazione di una guida alpina che si trovava in zona e alle 11:52 ha sentito le urla e il rumore dei corpi che precipitavano alla quota di 3.400 metri,  nel territorio di località Saint Cristophe en Oisans - l’incidente sarebbe avvenuto per «un momento di disattenzione in un passaggio piuttosto facile». Uno dei pochissimi di una salita considerata dagli esperti tra le più difficili delle Alpi. Salito per la prima volta il 16 agosto 1977 da Emmanuel Boileau de Castelnau con Pierre Gaspasd e il figlio, il Meije è composto da tre principali sommità: il Gran Picco, il Picco Centrale e la Meije orientale, grande panettone nevoso. Per la sua particolare collocazione, la montagna è denominata la Regina dell’Oisans. Il Mejie è una «montagna carica di storia – si legge nel sito on-ice.it – e il simbolo dell’alpinismo degli Ecrins, un alpinismo duro, poco appariscente e non disposto a sconti». La parete si presenta come una «ciclopica lama di roccia irta di punte che la fanno assomigliare ad un’antica roccaforte e come tale difficile da “espugnare” da qualsiasi parte la si voglia attaccare». Meta ambita dagli alpinisti, dunque, il Meije, appena 24 ore prima, era stato teatro di uno spettacolare intervento del Soccorso alpino francese (Pghm) della Val d’Isere. Sorpresi da un fortissimo temporale, due alpinisti transalpini, di 43 e 40 anni, dopo due bivacchi terribili in parete, lunedì sono stati finalmente raggiunti dai soccorritori e portati a valle, mentre erano imprigionati dalla burrasca sulla via Pierre-Allain, sul versante sud della montagna.Nella stessa zona, il 15 luglio è invece morto un giovane alpinista inglese. Mentre arrampicava in cordata con un amico, il 21enne è precipitato dalla parete nord dell’Ailefroide, sempre nel gruppo degli Ecrins. Anche in quell’occasione, le condizioni metereologiche erano tanto negative che l’elicottero dei soccorsi ha dovuto aspettare più di cinque ore prima di riuscire a trovare un punto d’appoggio per recuperare gli alpinisti.
    © Riproduzione riservata
    COMMENTA E CONDIVIDI

    ARGOMENTI: