Una piccola originaria dell’Ucraina a bordo di un pullman con destinazione Germania - Ansa
Sarebbero alcune centinaia i bambini ucraini giunti in Lombardia – tra quelli accompagnati e non – ma non sempre le segnalazioni arrivano ai Tribunali per i minorenni in modo tempestivo. Si tratta di un’assenza di comunicazioni che allarma e preoccupa. La segnalazione all’ufficio giudiziario competente è un passaggio fondamentale e non burocratico che appare urgentissimo non solo per monitorare statisticamente il flusso dei piccoli costretti ad abbandonare il loro Paese ma, soprattutto per tutelarli, vigilare sulle modalità di accoglienza, verificare che tutte le procedure vengano rispettate.
È l’appello lanciato da Maria Carla Gatto, presidente del Tribunale per i minorenni di Milano (competente per tutte le province Ovest della Lombardia, quasi mille Comuni, l’altro distretto è Brescia), a cui finora sono arrivate circa 150 segnalazioni. Poche rispetto alla stima dei piccoli che sarebbero entrati nella regione: «È fondamentale comunicare ai nostri uffici la presenza sul territorio di bambini e ragazzi ucraini sotto i 18 anni in modo tempestivo. Mi rivolgo a tutte le realtà che in queste settimane si sono generosamente attivate per portare i piccoli in Italia, e in modo particolare in Lombardia, associazioni, realtà d’accoglienza, parrocchie, anche gruppi familiari. La presenza dei minorenni ucraini – sollecita il magistrato – va segnalata senza indugi, il giorno stesso dell’arrivo perché è fondamentale che a ciascuno di questi piccoli sia affidato un tutore legale». Si tratta di una figura importante – potrà essere il parente che lo accoglie, il responsabile della struttura che ha organizzato il trasferimento dell’Ucraina all’Italia, o un altro adulto disponibile ad assumersi questa responsabilità – prevista dalla legge a cui poi il Tribunale farà riferimento per tutte le situazioni in cui il piccolo sarà coinvolto.
Ma il tutore legale assegnato dal Tribunale, sottolinea ancora Maria Carlo Gatto, è importante anche per mettere bambini e ragazzi al riparo dai tanti rischi legati alla criminalità che avrebbe già preso di mira questi piccoli per avviarli al mercato della prostituzione e della pedofilia. E nulla come tanti minorenni soli, senza riferimenti né linguistici né relazionali, non censiti da una struttura giudiziaria, solletica gli appetiti perversi e criminali degli orchi. Ecco perché, a parere del magistrato, è indispensabile che la verifica sia estesa anche a tutti i minorenni, anche a quelli accompagnati.
«La presenza della madre – prosegue la presidente del Tribunale dei minorenni – dovrebbe essere una garanzia. Ma dobbiamo accertare che si tratti proprio della madre. Il rapporto genitoriale va verificato caso per caso. Abbiamo visto che spesso le donne non portano fuori dall’Ucraina solo i loro figli, ma si fanno carico anche di altri bambini. Quando poi siamo in presenza di adulti che non hanno alcun legame di parentela con i piccoli, occorre raddoppiare le cautele. Chi è questa persona? Come mai si trova in compagnia del bambino? Chi gliel’ha affidato?». Tante domande che spesso sono destinate a rimanere senza risposta. Nei giorni scorsi Maria Carla Gatto si è messa in contatto con il consolato dell’Ucraina per verificare alcuni casi dubbi, che però si è detto nell’impossibilità di accertare dati anagrafici e parentele. In questi casi l’intervento del Tribunale dei minorenni non è solo urgente, ma indispensabile, per mettere in sicurezza i piccoli e per prevenire situazioni spiacevoli.
Al momento, per esempio, nessuno è in grado di dire se tutti i minori ucraini arrivati a Milano e in Lombardia siano stati effettivamente accolti da famiglie, comunità d’accoglienza, case famiglia. Qualcuno manca all’appello? «Non lo sappiamo e speriamo davvero di no. Siamo convinti che tutte le realtà che generosamente si sono mosse per portare questi piccoli sfortunati nelle nostre città abbiano agito nell’interesse dei minori, in modo trasparente e positivo. Ma, ripeto, dobbiamo sapere dove sono e chi accoglie questi bambini. È un passaggio fondamentale, oltre che previsto dalle legge».
Va precisato che la nomina del tutore non è legata alla futura destinazione del minorenne e al suo possibile affidamento a una famiglia o una struttura d’accoglienza. Saranno poi i Servizi sociali, in accordo con i Comuni, ad avviare questi percorsi nella consapevolezza che ogni scelta che riguarda questi bambini, carichi di angoscia e sofferenza per tutto quanto vissuto e ascoltato, dovrà essere attentamente monitorata. Per quanto riguarda gli aspetti legali, le direttive da seguire sono già state diramate nei giorni scorsi, d’intesa con la Procura dei minorenni, a tutti i 966 Comuni che fanno parte del distretto del Tribunale di Milano, alle forze dell’ordine e alla Regione. Mentre sul sito del Tribunale
(www.tribmin.milano.giustizia.it), è stato creato lo spazio "Accoglienza minori ucraini" dove si possono vedere le procedure indispensabili e scaricare i documenti necessari. Si tratta insomma di fare rete, in modo sempre più coeso e tempestivo, per assicurare a questi piccoli tutte le migliori garanzie.