Siti pedopornografici che si moltiplicano, giovanissimi che hanno un profilo su facebook falsificando la propria identità, rischi dai social network che adescano in misura sempre maggiore i minori. Sono alcune delle preoccupanti realtà che emergono dal Rapporto annuale 2012 di Meter Onlus, che ha messo a punto un Osservatorio mondiale contro la pedofilia.Come risulta dall'indagine dell'Associazione Meter su 770 studenti, emerge che addirittura il 99% dei bambini (9-10 anni) ha un profilo su Facebook, aperto dopo aver falsato età e identità. È uno dei fenomeni fotografati dal Report 2012, che l'associazione fondata da don Fortunato Di Noto ha presentato oggi a Roma, nella sede della Radio Vaticana.Sono oltre 100.000 i siti pedofili e pedopornografici intercettati negli ultimi dieci anni, in diminuzione rispetto al 2011: si è passati da 20.390 a 15.946 nel "web visibile". Aumenta invece in modo sconcertante e incontrollabile la presenza della produzione, divulgazione e detenzione di materiale pedofilo e di abusi sui bambini: nel "deep web", sono 56.357 quelli monitorati in un solo anno. E crescono i social network, con 1.274 segnalazioni rispetto alle 1.087 del 2011.
MEGLIO O PEGGIO?Il calo del numero di siti segnalati nel "web visibile" sembra compatibile con l'ipotesi che un controllo sempre più severo da parte degli organismi preposti cominci a rappresentare una difficoltà seria per coloro i quali intendono fornirsi della rete per lo scambio e la diffusione di materiale pedopornografico e nell'adescamento dei minori. Se da una parte questo risultato è gratificante, dall'altro, osserva Meter Onlus, rappresenta solo una magra consolazione considerato il fatto che il numero delle pagine segnalate rimane comunque molto alto: 15.946 in un solo anno.
IL PEDO «DEEP WEB»Sconcertante e incontrollabile il "deep web", con 56.357 siti monitorati e segnalati. Questa parte nascosta del web è diventata il luogo ideale di coloro che delinquono da tutto il mondo. Un mondo nascosto vasto circa 550 volte rispetto al web visibile (i file emersi sono circa 2 miliardi, quelli sommersi 550 miliardi). Una zona franca "free zone" utilizzata dai pedofili e dai pedocriminali in quasi perfetto anonimato e che le Polizie del mondo, ma anche le agenzie educative e di prevenzione faticano a controllare.
RISCHIO SOCIAL NETWORK e «GROOMING» I social network, al contrario, sembrano aver avuto nel 2012 un coinvolgimento maggiore nell'adescamento (
grooming) dei minori. L'aumento degli indirizzi virtuali riferiti a comunità e social network, infatti, è avvenuto nonostante la quantità di siti sospetti.
IL RUOLO DEI PAESI EUROPEI E DELLA RUSSIAL'osservazione dei domini conferma il ruolo dominante dei Paesi Europei nell'utilizzo della rete per la diffusione di materiale a contenuto pedopornografico e, in particolare, della Russia che con le estensioni .ru e .su copre 571 siti segnalati. L'Asia è rappresentata in primo luogo dal Giappone con il dominio.jp (267 siti), l'Africa in egual misura dalla Libia e dalle Isole Mauritius (rispettivamente 80 e 79), l'America dagli Stati Uniti (67) e l'Oceania dalle Isole Cocos (37). Ancora una volta, l'Italia ricopre un piccolo ruolo all'interno del panorama della criminalità pedofila in rete con 36 siti su 1.560 individuati. I dati 2012 confermano ancora una volta l'importante ruolo dell'Europa nell'alimentazione della rete pedopornografica virtuale. Il vecchio Continente, infatti, domina con il 50,77%.
«SEXTING» E RICATTOInquietante il fenomeno del «sexting» sempre in aumento. Nel 2012 sono state individuate 5.640 vittime che, cioè, senza riflettere sulle conseguenze, producono materiale a sfondo sessuale, con il rischio di essere ricattate.
BAMBINI SEMPRE PIÙ PICCOLI CON FALSI PROFILIDa uno studio effettuato nel mese di novembre 2012, nelle scuole primarie di Avola (SR) su 770 studenti, emerge che il 99% dei bambini (9/10 anni) ha un profilo su Facebook, aperto dopo aver falsato età e identità. È impressionante, osserva l'associazione Meter, come bambini così piccoli abbiano la libertà - senza alcun controllo genitoriale, se non marginale - di utilizzare i social network, che vengono percepiti più come un gioco che non come mezzo di comunicazione.