mercoledì 21 ottobre 2009
Dopo l'analisi del testo del gruppo comparso sul social network non è escluso che la Procura possa prendere in considerazione anche il reato di istigazione a delinquere. Non si esclude, inoltre, l'adozione di misure cautelari ossia l'oscuramento, tramite l'intervento della polizia postale, del gruppo stesso.
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Minacce gravi. Questa l'ipotesi di reato del fascicolo aperto dalla Procura di Roma e che si riferisce ad un gruppo aperto su Facebook che si intitola "Uccidiamo Berlusconi". Il fascicolo è stato aperto dal procuratore Giovanni Ferrara e dall'aggiunto Nello Rossi, che coordina il gruppo 'Reati criminalità informaticà, e dal pm Andrea De Gasperis.Dopo l'analisi del testo del gruppo comparso sul social network non è escluso che la Procura possa prendere in considerazione anche il reato di istigazione a delinquere. Non si esclude, inoltre, l'adozione di misure cautelari ossia l'oscuramento, tramite l'intervento della polizia postale, del gruppo apparso su Facebook. Il gruppo "Uccidiamo Berlusconi", nato nel settembre del 2008, conterebbe circa 12 mila iscritti, l'amministratore del gruppo stesso scrive che : "Oggi in data 12 ottobre 2009 prendo la direzione del gruppo abbandonato dalla precedente amministrazione e non potendone cambiare il nome dichiaro questo un gruppo di affermazioni bizzarre. Personalmente non voglio uccidere nessuno, non voglio incitare nessuno a violare la legge". Il gruppo sul social network prenderebbe spunto dal film Shooting Silvio in cui il protagonista è un giovane scrittore che per decidere di realizzare il libro che ha in mente intende uccidere il premier.Le reazioni della politica. La notizia pubblicata dal Giornale («Migliaia di aspiranti killer sul web»), relativa al gruppo comparso sul social network Facebook chiamato «Uccidiamo Berlusconi», scatena la reazione della politica. A muoversi è ora il ministro della Giustizia Alfano, che ha invitato la magistratura ad avviare un'indagine sulla sicurezza personale del premier.«La magistratura faccia il proprio dovere indagando, perseguendo e trovando coloro i quali inneggiando all'odio e all'omicidio commettono un reato penale - ha detto Alfano -. C'è un tema grande di sicurezza che riguarda la persona del presidente del Consiglio e io ho posto questa questione nel corso del Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica che si è svolto al Viminale». Il Guaradasigilli, parlando a Venezia, si è detto profondamente turbato dalla notizia di forum «che inneggiano all'odio nei confronti di Silvio Berlusconi e all'omicidio nei confronti del presidente del Consiglio». «Poiché nel nostro Paese esiste l'obbligatorietà dell'azione penale mi attendo che la magistratura faccia il proprio dovere». Secondo Alfano, oltre che un reato penale, si si tratta di «un'azione disdicevole dal punto di vista morale».Parla di una «questione di sicurezza nazionale» il vicepresidente dei deputati Pdl e componente del Copasir Carmelo Briguglio: «Una questione - dice - che fin dalla vicenda delle foto a Villa Certosa fu sottovalutata e coperta dall'inesistente scandalo dei voli di Stato che è finito nel nulla. La diffusione via web di minacce che inneggiano all'assassinio di Berlusconi non va drammatizzata ma va attentamente monitorata e neutralizzata». Sulla vicenda si muove anche il Pd, dopo il caso del coordinatore di Vignola, Matteo Mezzadri, che ha scritto sul suo profilo Facebook «possi­bile che nessuno sia in grado di ficcare una pallottola in testa a Berlu­sconi?» (per poi dimettersi). Dario Franceschini ha chiesto all'amministrazione di Facebook di chiudere il gruppo che minaccia Berlusconi, ma respinge l'idea che ci sia un collegamento con il modo di fare opposizione da parte del Pd: «Quel gruppo va chiuso, ma non c'entra nulla con lo scontro politico. Sono forme demenziali che vanno condannate».Gli altri gruppi su Facebook. Resta il fatto che su Facebook le "sparate" non si contano. E oltre a «Uccidiamo Berlusconi» - che spicca come detto per il numero di iscritti - esiste il gruppo «Uccidiamo a badilate (o con lapidazione) Silvio Berlusconi», ma anche «Uccidiamo tutti quelli che vogliono uccidere Berlusconi» e «Uccidiamo il Partito Democratico e i suoi affini».
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