La Camera dice sì alla fiducia al governo sul decreto legge Milleproroghe con 329 voti a favore, 220 contrari e quattro astenuti. Dopo più di tre mesi dal suo insediamento, il governo giallo-verde chiede la prima fiducia su un provvedimento. La scelta di blindare l'esame del decreto legge Milleproroghe fa insorgere le opposizioni, ma in particolare il Pd che ieri ha occupato l'aula di Montecitorio e attaccato l'esecutivo, oltre alla presidenza della Camera, accusandoli di «atto eversivo». Proteste che per il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro sono solo «strumentali» di fronte a una scelta del governo del tutto «legittima».
Da registrare, però, 21 voti in meno rispetto alla fiducia che il governo Conte incassò il 6 giugno, quando il premier si presentò a Montecitorio per la prima volta. Il calcolo, considerate le assenze, tra quelle giustificate e quelle no (che saranno verificabili sui tabulati ufficiali della votazione). Se si considerano invece i voti totali che sulla carta ha la maggioranza M5s-Lega, ovvero 346 voti (222 deputati del M5s e 124 della Lega), nel voto odierno la maggioranza «perde» 17 voti. Si procede ora all’esame degli ordini del giorno al testo, che sono 164. Il centrosinistra praticherà ostruzionismo: gli iscritti a parlare sono 100, e ciascuno ha diritto a 5 minuti più altri cinque per ogni documento in dichiarazione di voto.
Dopo più di tre mesi dal suo insediamento, il governo giallo-verde mette alla prova la sua tenuta: con 329 voti a favore, 220 contrari e quattro astenuti blinda l'esame del decreto
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