Il frontone della Galleria imbrattato - Ansa
La Galleria Vittorio Emanuele II a Milano è stata vandalizzata da alcuni writer che ne hanno deturpato il frontone con una grande scritta, visibile dalla piazza del Duomo. Il fatto è avvenuto verso le 22 di ieri; in un filmato si vedono in azione i writer che poi sono fuggiti. I Vigili del fuoco hanno illuminato la Galleria con le fotoelettriche ma gli autori, tre ragazzi, sono scappati dai tetti.
In mattinata la Polizia Locale ha riferito che "ieri sera agenti del nucleo Duomo della Polizia locale, alle 22.28, hanno visto tre ragazzi sulla facciata della galleria che facevano i graffiti, hanno dato l'allarme e sono immediatamente saliti ma i tre intanto erano scappati nel dedalo dei tetti". Al cornicione i vandali sarebbero arrivati passando da un bar con terrazza adiacente e si sarebbero dileguati forse usando una scala di servizio.
Sul posto è intervenuta anche la Digos. La Questura tende a escludere la matrice politica del gesto. Le indagini sono a carico della Polizia locale.
Le scritte sul frontone della Galleria sono visibili da piazza Duomo - Ansa
La notizia ha suscitato un coro bipartisan di indignazione. Esprime "rabbia e disgusto" Michele Albiani, consigliere comunale Pd e presidente della Commissione Sicurezza, che chiede di punire non solo gli autori di questo "abominio", un "insulto a tutta la città", ma anche chi ha lasciato che arrivassero a quell'altezza. "Chi ha permesso che ciò avvenisse, allo stesso modo dei vandali - ha osservato -, deve essere punito in maniera esemplare".
Anche secondo il consigliere di Fratelli d'Italia Francesco Rocca bisogna "capire dove hanno trovato l'accesso" e soprattutto bisogna che il Comune, quando saranno trovati, si costituisca parte civile. Rocca ha ricordato che questo non è il primo caso in cui viene deturpato un monumento in piazza Duomo. E' già successo a marzo con l'imbrattamento da parte degli attivisti di Ultima generazione della statua equestre di Vittorio Emanuele II. "In Italia - ha aggiunto - troppi writer vandali rimangono impuniti, soprattutto dopo la depenalizzazione di questo reato; la dimostrazione è lo stato di salute di molti edifici presenti nella nostra Nazione, soprattutto nelle grandi città; a Milano venne imbrattata da scritte anche la casa natale di Alessandro Manzoni e solo grazie all'intervento di volontari, il palazzo è tornato in un buono stato. Occorre quindi aumentare le pene nei confronti di chi compie atti vandalici danneggiando edifici e monumenti, il rischio emulazione è molto alto".