mercoledì 29 maggio 2024
Una trentina di detenuti sono rimasti in cortile, rifiutandosi di rientrare nella struttura. Intervento della polizia e protesta rientrata dopo tre ore senza feriti, ma con danni alla struttura
La polizia davanti al cercere minorile Beccaria di Milano

La polizia davanti al cercere minorile Beccaria di Milano - ANSA

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Rivolta mercoledì pomeriggio nel carcere Beccaria, conclusasi fortunatamente senza feriti, né evasioni o incendi, ma con numerosi danneggiamenti agli arredi del carcere. Una trentina di giovani detenuti si sono rifiutati di rientrare all’interno della struttura e sono rimasti nel cortile, rifiutandosi di tornare in cella.

La protesta è scoppiata il giorno dopo l’aggressione avvenuta martedì a un agente della polizia Penitenziaria: un detenuto con problemi psichiatrici avrebbe tentato di strangolare un agente dopo essersi recato in ufficio matricola per la notifica di un atto. Ad innescare la protesta sarebbe stato anche controllo antidroga effettuato mercoledì con le unità cinofile, nel corso del quale sarebbero state sequestrate delle dosi in carcere.

Sul posto sono arrivate le volanti della polizia della questura di Milano, con gli agenti in tenuta antisommossa, che hanno cinturato l’edificio. La sommossa, iniziata alle 15.30, ed è rientrata circa tre ore dopo. Secondo i sindacati di polizia ai disordini contribuirebbe il fatto che, dopo l’inchiesta sulle torture in carcere, «i ragazzi pensano di fare ciò che vogliono».

«La situazione è molto grave - denuncia Alfonso Greco, segretario del Sappe -. Ci arrivano dal Beccaria segnali allarmanti di una crescente tensione. La situazione è molto critica e sul posto sono presenti anche operatori delle altre Forze di Polizia».
Il segretario generale del Sappe Donato Capece giudica la condotta dei detenuti ancora in rivolta "irresponsabile e gravissima": «Sono quotidiane le nostre denunce con le quali evidenziamo che la situazione al Beccaria è sempre ad alta tensione. Alla teoria di chi parla di carceri conoscendoli poco, ossia dalla parte della Polizia Penitenziaria, vogliamo rispondere con la concretezza dei fatti. Che parte da un dato incontrovertibile: la Polizia Penitenziaria continua a 'tenere botta', nonostante le quotidiane aggressioni», conclude.

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