Persone allo sportello di un ufficio postale per il Reddito di Cittadinanza - Ansa
Sono 7.304 i nuclei familiari lombardi a rischio perdita del reddito di cittadinanza.Mentre a Milano - dove la misura come ha confermato l’assessore al Welfare Lamberto Bertolè è servita ad arginare la povertà - le famiglie che già da oggi non potranno più averlo sono 680. In pratica per questi ultimi, il percettore presente nel nucleo, dopo un colloquio con i servizi sociali, è stato ritenuto “occupabile” (ovvero ha meno di 60 anni e nella sua famiglia non ci siano minori o anziani) e quindi su disposizione del governo non potrà più ricevere il reddito di cittadinanza, ma solo fare istanza per una nuova misura che si chiama “supporto per la formazione e il lavoro”, destinata appunto alle persone tra i 18 e i 59 anni di età, con un Isee familiare inferiore a 6.000 euro e che non hanno i requisiti per accedere all’assegno di inclusione sociale. Il provvedimento prevede per chi è comunque in una situazione economicamente difficile di ricevere un’indennità di 350 euro al mese, per un massimo di 12 mesi, erogata solo nel caso di partecipazione ad attività formative o a progetti di aiuto alla collettività.
A Milano erano circa 3.000 i percettori del Reddito di cittadinanza a rischio revoca e che hanno ricevuto l’sms dell’Inps che li informava della possibile sospensione, previa nuova verifica dei requisiti. Tremila su un totale di circa 20.000, ma alla fine solo 680 sono stati riconosciuti occupabili. Coloro che non risultano occupabili, ha detto ancora l’assessore Bertolè, «sono persone che vivono una condizione di estrema fragilità, con bisogno di sostegno e accompagnamento. Quindi ne viene fuori uno spaccato di povertà assoluta nella nostra città che è aumentata come in tutta Italia. La misura del Reddito di cittadinanza con tutti i limiti ha comunque ridotto l’aumento della povertà assoluta, perché parliamo di persone fragili senza possibilità di rientrare nel mondo del lavoro e che hanno bisogno di sostegno». Per i mille che non hanno risposto alla convocazione il Reddito di cittadinanza fino ad ottobre è ancora prorogabile se in possesso dei requisiti. Per questi eventualmente e per i 1.220 prorogati la misura si concluderà il 31 dicembre, poi sarà sostituita dall’Adi, l’assegno di inclusione che si basa anche su altri parametri.
Il Comune ha lavorato per settimane per convocare in tempo, con circa 163 convocazioni al giorno, i tremila nuclei che hanno ricevuto l’sms. Nel mese di maggio l’amministrazione ha scoperto di avere poche settimane di tempo per valutarli tutti e dare una risposta sull’assegno. Su 3mila se ne sono presentati 2mila e di questi 680 sono stati valutati occupabili.
«In 19 giorni abbiamo fatto contattare dai servizi sociali tremila persone che sono state tutte incontrate – ha spiegato ancora l’assessore –. Abbiamo fatto una valutazione che ha consentito ai milanesi che, non avendo carichi di cura ma erano considerate fragili dai nostri servizi, di mantenere il reddito. Ma questo è stato un lavoro pazzesco che abbiamo fatto per evitare che queste persone perdessero l’assegno e anche per evitare che gli assistenti sociali venissero esposti a una situazione di rischio, perché in qualche modo il governo con questo poco tempo messo a disposizione ha scaricato di fatto sui Comuni questo compito, da assolvere in pochissime settimane. C’è stato un modo un po’ propagandistico di tagliare le risorse e di scaricare la responsabilità di questo taglio ai Comuni».
Negli stessi giorni il governo promuoveva invece la carta di sostegno alimentare da 380 euro all’anno, «per Milano sono circa 6 milioni di euro perché è rivolta a 15mila persone – ha concluso – e questa risorsa se fosse stata pensata insieme ai Comuni, magari dandoci quelle risorse, avrebbe avuto un impatto più significativo».