Penati battuto di neppure 5mila voti. Affluenza in calo L’omaggio del ministro La Russa allo sconfitto: È stato un leone». Formigoni: noi vinciamo e il centrosinistra continua ad arretrare. Casati (Pd): il governo ha portato lo 0.2% in più P er un pugno di voti. Quattromila e seicento, per la precisone, su oltre un milione. Vittoria per 50,2% a 49,8%. Così Guido Podestà, candidato del centrodestra alla Provincia di Milano l’ha spuntata sul rivale Filippo Penati, presidente uscente e alfiere dello schieramento di centrosinistra. Un margine talmente sottile, che nelle prossime ore potrebbe lasciare spazio a polemiche. «È un risultato straordinario – ha detto Penati –, ma che lascia l’amaro in bocca». «Dedico la vittoria a Silvio Berlusconi », ha detto il neo presidente della Provincia di Milano. Ma la vittoria di Podestà è stata incerta fino all’ultimo. Nonostante partisse con dieci punti di vantaggio su Penati, autore ieri di un’incredibile rimonta riconosciuta dallo stesso ministr Ignazio La Russa. «Penati si è battuto come un leone. Mi piacerebbe averlo con noi». «C’è un vincitore che è Guido Podestà – ha detto il segretario provinciale del Pd Ezio Casati –, ma c’è anche un secondo vincitore che è Filippo Penati, soprattutto per la grande disposizione di forze che il centrodestra ha messo in campo, a partire da tutto il governo che ci ha messo la faccia per vincere dello 0,2 per cento». Un recupero che lo rilancia nel panorama politico locale e nazionale, visti i clamorosi disastri del Pd al Nord. Una debacle che il centrodestra non ha mancato di sottolineare. «Credo che il Pd – ha detto il ministro all’Istruzione Mariastella Gelmini – debba registrare una sconfitta mortale al Nord». E poco dopo la dichiarazione del ministro, nel quartier generale del Popolo della libertà, in viale Monza, è inziata la festa per la vittoria. Alla sede del Pdl oltre alla Gelmini, allo stesso Podestà (chiamato in diretta dallo stesso Berlusconi) e ai suoi collaboratori, sono poi arrivati il fratello del presidente del Consiglio Paolo Berlusconi e i leghisti Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti. Poi tutto il Pdl è andato a Palazzo Isimbardi. «Non si interrompe la serie di vittorie del centrodestra nei comuni e nelle province. Prosegue invece l’arretramento della sinistra e del Partito Democratico», ha detto il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni. «È stato decisivo il mio richiamo ad una scelta di campo in favore del centrodestra nei confronti di quell’elettorato moderato che non ha avuto indicazioni precise dai vertici del partito », ha detto invece Luca Ruffino, ex coordinatore cittadino dell’Udc di Milano rimosso dal partito per aver dichiarato di sostenere Podestà nonostante la scelta dei vertici per l’astensione. In via Pergolesi, sede del comitato elettorale di Filippo Penati, invece regnava la delusione per una clamorosa vittoria sfuggita di poco. I più ottimisti si tengono stretto il dato sulla città, dove Penati ha prevalso anche se di poco sull’avversario. Nel Pdl però c’è già chi vuole chiarire quanto è successo. Cioè il fatto che in due settimane si è volatilizzato un vantaggio di 10 punti percentuale di vantaggio. Astensione, sinistra radicale comunque solidale con il Pd, parte dell’Udc che ha seguito le indicazioni di voto dei centrista Bruno Tabacci di votare Penati, le vicende dell’inchiesta di Bari, centrodestra che perde voti su Milano, dove governa. Diverse le quindi interpretazioni che si facevano già ieri sera in viale Monza e che saranno affrontate nei prossimi giorni.