mercoledì 7 dicembre 2011
La decisione voluta dal sindaco Pisapia non ha trovato consensi  tra i responsabili degli altri Comuni della provincia. Solo 44 su 134 si sono presentati all’incontro di ieri e hanno detto no.
Lo smog delle metropoli, il peso delle responsabilità di Massimo Calvi
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Due giorni senz’auto per dare una sferzata all’inquinamento che da 23 giorni opprime la città. Il Comune di Milano, dopo i tentennamenti e i passi indietro sulle misure da prendere (è stata annullata la chiusura del centro che doveva scattare automaticamente dopo 14 giorni di emergenza smog), ha deciso di rilanciare. E ha decretato lo stop al traffico venerdì e sabato, in pieno ponte di Sant’Ambrogio, e la chiusura delle scuole – poche per la verità e solo superiori – che non avevano già sospeso le lezioni per le festività. Come misura compensativa ai commercianti, che da subito hanno espresso la loro contrarietà, viene concessa la possibilità di prolungare l’orario di apertura sino a mezzanotte da oggi a domenica. Confermato il divieto di circolazione per i veicoli diesel euro 3: sarà in vigore tutti i giorni, compresi i festivi, sino al 23 dicembre con una nuova fascia oraria (dalle 10 alle 18). Tra i provvedimenti complementari il potenziamento del lavaggio stradale per abbattere le polveri sottili e l’invito alle aziende ad adottare orari di ingresso e di uscita flessibili per evitare picchi di sovraffollamento sui mezzi pubblici. La decisione di Palazzo Marino è arrivata a sorpresa: a spingere in questa direzione è stato il sindaco Giuliano Pisapia lunedì sera nel corso di una riunione informale di giunta. La confermata è arrivata ieri al termine del tavolo in Provincia, convocato proprio per discutere dell’emergenza smog, al quale hanno partecipato 44 amministrazioni su 134. La morsa dello smog non concede nessuna tregua. «Come sindaco, e prima autorità sanitaria della città – ha detto ieri Pisapia – ho la responsabilità e il dovere istituzionale, etico e giuridico, di pensare innanzitutto alla salute di tutti i cittadini e al bene di Milano». I sindaci dell’hinterland e lo stesso presidente della Provincia Guido Podestà si sono trovati spiazzati: nessuno ha condiviso la linea dura di Milano, mentre resta ancora da capire in che modo, probabilmente da lunedì, torneranno le limitazioni per i diesel euro 3 anche nel milanese. Assai improbabile, ma ancora non del tutto esclusa, anche l’ipotesi di targhe alterne, sempre a partire dalla prossima settimana. «Spiace vedere che il Comune si presenta al tavolo dei sindaci con decisioni già assunte ma non condivise con l’assemblea» ha commentato Podestà. «Si è spezzato il filo della condivisione che ci era stata promessa» ha detto il sindaco di Bresso Fortunato Zinni manifestando il disappunto generale che serpeggiava tra i suoi colleghi. La strada del dialogo insomma, sembra già essersi interrotta.L’assessore al Traffico Pierfrancesco Maran, da parte sua, ha spiegato che Milano proseguirà con le misure annunciate, visto che può contare su una rete di mezzi pubblici assai più estesa da quella degli altri comuni. «La condivisione non può essere un modo per bloccare misure necessarie quando si parla di qualità dell’aria e di salute dei cittadini» ha detto Maran aggiungendo poi che il vero problema è mettere in campo «misure strutturali dopo 20 anni di nulla». Ieri sera il sindaco Pisapia ha firmato l’ordinanza del doppio blocco. Lo stop alle auto ricalcherà negli orari e nelle deroghe il modello già sperimentato per la prima domenica a piedi programmata di novembre: divieti in vigore dalle 10 alle 18 per tutti i veicoli comprese le due ruote (esenti solo i mezzi elettrici) con il conseguente potenziamento dei mezzi pubblici e il corredo di deroghe.

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