Per essere un racconto inventato,
c'è un proiettile di troppo: un immigrato gambiano di 32 anni,
giunto ieri a Lampedusa trasportato da un elicottero della
Marina Militare con un colpo d'arma da fuoco al polpaccio
sinistro, ha raccontato che miliziani libici, dopo circa un'ora
e mezzo di navigazione, si sono accostati al gommone sul quale
viaggiava con un centinaio di persone e, per vendicarsi dei
migranti che hanno risposto no alla loro richiesta di denaro,
hanno sparato dei colpi. Uno ha centrato e ucciso un immigrato.
Questa la versione del testimone. Ma il cadavere non è stato
trovato sul gommone, soccorso da un mercantile quando era ancora
a poche miglia dalla costa libica. Probabilmente è caduto in
acqua; ma in attesa di conferme al racconto da parte degli altri
immigrati (il loro arrivo è previsto per domani a Pozzallo, nel
Ragusano), la procura di Agrigento per il momento ha aperto un
fascicolo per tentato omicidio.
Intanto oggi a largo della Libia, in un'operazione coordinata
dalla centrale operativa della Guardia Costiera di Roma, sono
stati recuperati 2.518 migranti che si trovavano su 15 barconi.
Alle operazioni di soccorso hanno partecipato tre mezzi delle
Capitanerie di porto, due motovedette e nave Corsi inserite nel
dispositivo Triton, due mercantili, un rimorchiatore, una nave
irlandese, due mezzi della Guardia di Finanza, una nave spagnola
e una norvegese inserite entrambe in Triton.
Resta un giallo dunque la vicenda del migrante morto e di
quello ferito . Alla legittima prudenza dei magistrati italiani
che hanno aperto un fascicolo per tentato omicidio, si aggiunge
quella che per il momento è solo una dichiarazione di principio
della Guardia costiera libica: "Non spariamo mai contro
imbarcazioni di migranti e anche la Marina libica non ha
sparato", ha detto telefonicamente all'Ansa il colonnello Reda
Issa, comandante delle motovedette del "Settore centrale"
libico.
Il migrante ferito, sentito dalla polizia, ha reso la sua
testimonianza parlando di alcuni colpi sparati contro gli
occupanti del gommone, prima che giungesse il mercantile che ha
preso a bordo i migranti, e da cui la Marina con un suo un
elicottero ha prelevato il ferito, ora ricoverato nell'ospedale
San Giovanni di Dio di Agrigento. Le sue condizioni non sono
preoccupanti.
Le indagini sono eseguite dalla squadra mobile di Agrigento e
coordinate dal procuratore Renato Di Natale e dall'aggiunto
Ignazio Fonzo.
Quest'anno già due volte, a febbraio e ad aprile, una
motovedetta della Guardia costiera e poi un rimorchiatore e una
nave di Frontex sono state attaccate a colpi d'arma da fuoco. Lo
scorso 13 aprile, a circa 60 miglia dalle coste libiche, durante
un'operazione di trasbordo dei migranti, la nave della Marina
islandese Tyr e il rimorchiatore italiano Asso 21 furono presi
di mira da un barchino veloce (da alcune immagini scattate
sembra una motovedetta libica) che ha sparato colpi di arma da
fuoco in aria nel tentativo di recuperare il barcone su cui
avevano viaggiato i migranti.