giovedì 13 settembre 2018
Per il ministro dell'Interno tedesco Horst Seehofer è «un successo». Dal Viminale fanno sapere che non c'è alcuna firma da parte di Salvini
La Germania annuncia l'accordo, ma l'Italia frena
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Mancano ancora le firme, anche se il ministro dell'Interno tedesco Horst Seehofer aveva già annunciato di aver raggiunto l'accordo tra Germania e Italia sui migranti, definendolo «un successo». La doccia fredda, però, dopo un tweet del ministro dell'Interno Matteo Salvini è arrivata in serata dal Viminale: «Non c'è alcuna firma e non c'è alcun accordo con Berlino a proposito dei numeri dei cosiddetti "dublinanti" o immigrati secondari». Le stesse fonti ministeriali spiegano che il ministro «ne parlerà domani a Vienna: non intende accettare alcuna intesa che possa portare in Italia anche un solo immigrato in più. L'eventuale accordo con la Germania riguarderà il futuro (il pregresso non verrà ridiscusso)».

L'intesa prevederebbe sostanzialmente che i migranti che arrivano al confine tedesco-austriaco, dopo aver già presentato domanda d'asilo in Italia, vengano ricondotti nel nostro Paese. «Mancano ancora le firme mie e del collega italiano, Matteo Salvini: per risparmiare sulle spese di viaggio, ci scambiamo i documenti. Per questo ci vorrà ancora qualche giorno», aveva spiegato stamattina al Bundestag il 69enne leader della Csu bavarese, considerato il falco del governo di Angela Merkel. In passato il ministro italiano si era detto pronto a firmare l'accordo sui respingimenti con Berlino se «a saldo zero» per quanto riguarda il numero dei richiedenti asilo da riprendere e da affidare alla Germania.

Domani il titolare del Viminale sarà a Vienna per incontrare i colleghi dell'Ue e si era ipotizzato che quella potesse essere l'occasione per la firma. «Finalmente l'Italia è tornata a farsi rispettare», aveva twittato Salvini in vista della riunione in Austria dove vedrà anche il commissario Ue responsabile per l'immigrazione, Dimitris Avramopoulos. Quest'ultimo in una conferenza stampa ha sottolineato che la gestione dei migranti «richiede una risposta europea, i Paesi membri da soli non possono realizzare nulla». Con Salvini domani «avremo di nuovo un colloquio franco, aperto e schietto su questi temi», ha previsto Avramopoulos, ricordando che «il ruolo della Commissione è quello di sostenere gli Stati membri, ma tutti gli Stati devono capire che non possono realizzare nulla da soli ma devono appoggiarsi l'un l'altro con fiducia reciproca. È una sfida europea a cui serve una risposta europea».

Sui respingimenti dei migranti che hanno già chiesto asilo in altri Paesi, le cosiddette migrazioni secondarie, il governo tedesco ha messo in piedi analoghi accordi con la Spagna e con la Grecia. Questi prevedono che la Germania possa rimandargli indietro entro 48 ore dal loro arrivo alla frontiera tedesco-austriaca. La verifica della presentazione della domanda d'asilo avviene attraverso la speciale banca dati delle impronti digitali Eurodac. In particolare, l'intesa con Atene prevede che la Germania torni a esaminare le domande di ricongiungimento di oltre 2mila migranti che attendono in Grecia di poter raggiungere i propri congiunti già presenti da tempo sul territorio della Repubblica federale. Un clausola del genere non è contenuta invece nell'accordo con Madrid. Su questo tema la Grosse Koalition ha rischiato di spaccarsi, all'inizio dell'estate. È stato a quel punto che Seehofer ha avuto l'incarico di trattare specifici accordi con Italia, Grecia e Spagna. Queste intese sono frutto di un compromesso in seno alla coalizione, con il quale era stata messa fine a una polemica trascinatasi per settimane tra i due partiti "fratelli" Cdu e Csu. Il respingimento dei profughi alla frontiera, nelle intenzioni originarie di Seehofer, avrebbe dovuto essere sostanzialmente unilaterale.

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