sabato 12 maggio 2018
La cancelliera tedesca l'ha ricevuta dal presidente della Colombia, Juan Manuel Santos. Nel discorso ha affrontato il tema delle grandi sfide internazionali, a iniziare da diseguaglianze e migrazioni
La cancelliera Angela Merkel con il presidente Juan Manuel Santos (a destra) e padre Mauro Gambetti (Ansa)

La cancelliera Angela Merkel con il presidente Juan Manuel Santos (a destra) e padre Mauro Gambetti (Ansa)

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“Chiamare a raccolta le forze civili dell’Europa” e “convocare persone e governi capaci di rinunciare a interessi particolaristici, privilegi e miopi esercizi di sovranità” per “un orizzonte di unità che sappia valorizzare le differenze e perseguire un destino di pace e di sviluppo”. Lo ha chiesto il custode del Sacro convento di Assisi, padre Mauro Gambetti, alla Cancelliera tedesca Angela Merkel, consegnandole la Lampada della Pace con la fiamma che promana dalla tomba di san Francesco per la sua opera a favore della “pacifica convivenza dei popoli”.

Padre Gambetti, come riporta l'Agenzia Sir, si è detto convinto che “le grandi sfide che sono davanti a noi – la globalizzazione dei mercati, il grido della Terra, le disuguaglianze economiche e sociali, le migrazioni epocali e gli spettri della xenofobia – devono catapultarci in un’audace avventura per la costruzione di una nuova Europa e di un mondo nuovo, più fraterno”. Il Custode ha ricordato anche “quanti vivono il programma Erasmus”. E quindi esperienze di “integrazione, superamento dei confini, convivenza pacifica”. “Belli i nostri giovani! Tuttavia abbiamo davanti a noi grandi sfide”. “Lei e il suo Paese – ha detto rivolgendosi a Merkel – avete la responsabilità e il dovere di imprimere un movimento di crescita per il bene del mondo intero”.

Dopo avere ricevuto la Lampada della pace dal presidente della Repubblica della Colombia, Juan Manuel Santos, Angela Merkel ha tenuto un discorso in cui ha affrontato una serie di temi internazionali.

“In Siria - ha detto - si verifica una delle maggiori tragedie umanitarie dei nostri tempi. La metà degli abitanti è in fuga all’interno e all’esterno del Paese. Queste persone hanno bisogno di una luce di speranza che ancora non si vede”. Quello nel Paese mediorientale è, a suo avviso, “un conflitto di interessi regionali”. “Si pensa troppo poco alla gente che ne vive le conseguenze”, ha affermato. Proprio “la crisi in Siria e nei Paesi vicini ce lo ricordano: la pace non è scontata”. “Molto spesso la gente si stacca da questo cammino. Uno che invece persevera è il presidente Santos che ha raggiunto la pace nel suo Paese”.

“L’Italia - ha aggiunto Merkel - attraversa una fase politica delicata, e qui non voglio entrare, ma noi in Germania vogliamo risolvere con voi i grandi problemi, le sfide della nostra epoca”. Una delle sfide indicate è quella dell’accoglienza dei rifugiati africani. “Non dobbiamo pensare solo al nostro benessere ma bisogna affrontare le cause della fuga, dell’esodo – ha continuato -. Non abbiamo mai avuti così tanti rifugiati”. E il “grande compito” è quello di “occuparci dei loro problemi nella ricerca di una soluzione. Se vogliamo vivere in pace con i nostri vicini – ha concluso – dobbiamo occuparci anche dei problemi degli altri, cercare di risolverli”.

“L’Italia è stato uno dei Paesi fondatori dell’Unione europea - ha poi sottolineato la cancelliera tedesca -, per questo bisogna partire da qui per costruire la pace”. Ma “un Paese da solo non ce la può fare”. E ha aggiunto: “La pace ha bisogno di lavoro”, “l’Europa oggi non vive pace e sicurezza”, ricordando i conflitti di Crimea e Ucraina. Poi, la Cancelliera ha indicato nell’Unione europea una “prova di convivenza pacifica dei popoli”, spiegando che “l’integrazione europea è un progetto di pace”. Presenti, tra gli altri, alla consegna della Lampada della Pace a Merkel, l’ex presidente della Commissione europea Romano Prodi, il legato pontificio per le Basiliche, cardinale Agostino Vallini, e il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Gualtiero Bassetti assieme al vescovo di Assisi, monsignor Domenico Sorrentino.

Ricordando che “dalla Westfalia all’Umbria l’Europa è un continente della diversità”, la Cancelliera ha sostenuto che “la sua accettazione è un presupposto per la convivenza”. Nel suo discorso ha poi citato De Gasperi e Schuman, “convinti in un futuro di pace, se si fosse creata una comunità europea”. Di qui l’impegno assunto da Merkel a “portare avanti l’Unione europea”. Rivolgendosi agli altri capi di Stato, ha detto: “Dobbiamo collaborare”.

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