Meloni e Biden al G20 del 2022 - Ansa
Tanta Cina, Africa e Ucraina. E poca Europa. Giorgia Meloni è sbarcata stanotte (alle 3 italiane) a Washington per la prima visita ufficiale in veste di presidente del Consiglio. Oggi alle 21 italiane (le 15 nella capitale Usa) l'atteso tête-à-tête nello studio ovale con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Un appuntamento "accompagnato" nelle ultime ore dal pressing dei media di Pechino perché Roma non retroceda dagli accordi sulla "Via della seta" sottoscritti durante il primo governo Conte. Un pressing che proprio a ridosso della partenza della premier ha assunto toni più aggressivi, con l'ambasciatrice cinese in Italia, Jia Guide, che sul Global times definisce "senza basi" la "narrazione" per cui l'intesa con Pechino sarebbe "futile". Affermazioni cui risponde il portavoce per la Sicurezza nazionale Usa, John Kirby: pur «rispettando le scelte» degli alleati gli Stati Uniti giudicano «pericolosi» gli accordi con Pechino «per i Paesi che li stipulano». Ma non sarà il bilaterale con Biden la sede di eventuali annunci italiani. In ogni caso, non ci sarà e non potrà esserci contemporaneità tra il vertice Meloni-Biden e l'eventuale disdetta degli accordi: il processo di allontanamento dell'Italia dall'intesa con Pechino avrà tempi diradati, le scadenze scoccano a fine anno e le scelte, assicurano fonti di Palazzo Chigi, saranno assunte sulla base dell'"interesse nazionale". "Sul piano geopolitico - spiegano prudentemente dal team che accompagnerà Meloni -, la Cina è diventata un interlocutore imprescindibile nelle relazioni internazionali e l’Italia intende perseguire con la Cina un rapporto equilibrato e di dialogo responsabile".
A Kirby, in un briefing pre-vertice, viene chiesto anche se nel colloquio si parlerà dei diritti Lgbtq+ alla luce della «natura di destra» del governo Meloni. «Non siamo mai timidi su questioni legate a diritti umani, civili e libertà d'espressione», replica il portavoce che però non si sbilancia sino ad affermare di uno specifico punto all’ordine del giorno del bilaterale. Per la premier, c’è il precedente pesante del G20 in Giappone, quando il canadese Trudeau gli sollevò obiezioni sulle politiche italiane. «Non abbiamo cambiato nulla della legislazione in vigore», fu la risposta di Palazzo Chigi. Un indicente che in ogni caso Meloni vuole assolutamente evitare a Washington.
Giorgia Meloni arriva a Washington con la chiara intenzione, spiegano fonti diplomatiche, di sostenere "una fase di ulteriore sviluppo della strategia dell'amministrazione Biden tesa a riaffermare la leadership internazionale degli Usa nell’affrontare le sfide globali del XXI secolo". Ciò conferma il posizionamento più atlantico che euroatlantico della premier italiana, fatto che le consente di essere ben distinta dall'amministrazione Usa dai leader di destra che invece non sono stati ammessi alla Casa Bianca. Un fatto che sottolinea anche il Washington post in un articolo on line di presentazione della visita. Si citano Bolsonaro e Orban come leader cui Washington non ha riservato lo stesso trattamento previsto per la premier italiana. Tuttavia, nell'agenda della premier non c'è al momento un appuntamento che sembrava inizialmente poter entrare nel programma: l'incontro al think-tank Athlatinc Council, che l'anno scorso vide invece ospite e protagonista Mario Draghi. Segno di un processo ancora in corso, tra l'amministrazione americana e il governo italiano in carico. Non si esclude, secondo media americani, che per rimuovere ogni sospetto sul proprio curriculum politico Giorgia Meloni potrebbe approfittare della visita per prendere le distanze da Donald Trump. Si ipotizza anche un momento di confronto tra la presidente del Consiglio e la stampa statunitense.
La premier italiana cercherà di ottenere il sostegno di Biden alla sua nuova strategia per l'Africa, fatta di accordi sul controllo delle frontiere e cooperazione economico-energetica. Quel piano-Mattei iniziato con il memorandum siglato tra Ue e Tunisia. Meloni incasserà un placet generale al suo progetto per il Mediterraneo, ma su Tunisi la presidenza Biden ha già fatto sapere di non voler muovere passi ufficiali per favorire gli aiuti a Saied del Fondo monetario internazionale. L'Africa, in ogni caso, sarà anche il focus del G7 del 2024 a guida italiana. "Il tema dell’Africa - confermano fonti di governo - rappresenterà il filo rosso della missione".
Sul punto dell'aggressione russa all'Ucraina, Meloni confermerà gli impegni italiani nell'ambito Nato. "Italia e Usa continuano a lavorare per una pace giusta e duratura", è il commento di fonti diplomatiche italiane sul punto. Scambi di opinioni sono previsti anche sull'area dell'Indo-Pacifico.
Quanto al partenariato bilaterale, proprio l'Athlantic Council nei giorni scorsi ha ricordato che gli scambi sono bassati da 52 a 100 bilioni di dollari nell'ultima decade. E che, "differentemente dalla Cina", la bilancia commerciale per l'Italia è stata sempre positiva con 73 miliardi di dollari di export lo scorso anno. Insomma, se Pechino pressa, Washington non è da meno.
La visita inizia oggi (10.15 di Washington, 18.15 in Italia) con l'incontro con i leader dei gruppi politici del Senato. A seguire, gli incontri alla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti. Al termine di questi primi passaggi istituzionali, la premier farà dichiarazioni alla stampa insieme allo speaker repubblicano del Congresso Kevin McCarthy. L'arrivo di Meloni alla Casa Bianca è previsto oggi alle 15 locali, quando saranno le 21 in Italia. Prima il passaggio nella Roosevelt Room e la firma del Libro d’onore, poi il trasferimento nello Studio Ovale per il tradizionale "saluto al caminetto" con il presidente Usa, cui potranno assistere per pochi minuti anche i cronisti. Il colloquio proseguirà a porte chiuse per un'ora circa, quindi si allargherà alle delegazioni.
Domani mattina (ora di Washington, pomeriggio in Italia) nell'agenda della premier, che è arrivata a Washington con la figlia Ginevra, è prevista la visita all'iconico Cimitero militare di Arlington. Non c'è altro nel programma ufficiale, almeno al momento.