lunedì 20 maggio 2024
La premier lancia la sfida: cambiamo questa Europa, voglio una maggioranza come quella costruita in Italia. Tajani: bene alleanza popolari-conservatori
Meloni “chiama” le destre: cosa c'è dietro il suo intervento da Vox

ANA BELTRAN

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Il volto sorridente. La voce ferma. «... Voi siete l'unico futuro possibile per l'Europa. Un continente stanco, remissivo, viziato, che ha pensato di poter barattare l'identità con l'ideologia, la libertà con la comodità... E e oggi inevitabilmente paga il prezzo delle sue scelte...». Una pausa leggera. Poi l'appello alle destre europee: «... Ma non tutto è perduto. Quando la storia chiama, quelli come noi non si tirano indietro. Non lo abbiamo fatto finora e non lo faremo, a maggior ragione, ora». Il volto Giorgia Meloni riempie un maxischermo. Siamo a "Europa Viva 24", l'evento organizzato al Palacio de Vistalegre di Madrid dal partito spagnolo nazionalista "Vox" guidato da Santiago Abascal. Meloni, in videocolegamento, salta i preliminari e lancia la sua sfida in vista del voto europeo dell'8 e 9 giugno: «Un cambio in Europa è possibile se i conservatori europei saranno uniti... Per la prima volta l'esito delle elezioni europee potrebbe sancire la fine di maggioranze innaturali e controproducenti». Poi stamattina il nuovo affondo: in Europa come in Italia «è la maggioranza che sostiene i provvedimenti in Parlamento che alla fine fa la linea politica. La vera sfida è quella di costruire in Europa una maggioranza diversa da quella che abbiamo visto negli ultimi 5 anni, una maggioranza innaturale fatta da Ppe e socialisti e liberali... Il Ppe è un alleato. Per me tutti i partiti di centrodestra sono potenzialmente alleati. Io voglio provare, cosa non facile, a rifare in Europa quello che abbiamo fatto in Italia». Antonio Tajani, vicepremier e leader di Fi, non ha lo stesso disegno della premier: «L'azione di Giorgia Meloni come leader dei conservatori è un'azione legittima. Io lavoro per una maggioranza che sia composta da popolari, liberali e conservatori, che è quella che mi ha portato a vincere il confronto con la sinistra nel 2017, quando sono stato eletto presidente del Parlamento europeo... Questa è la soluzione ideale: popolari, liberali e conservatori. E io sto lavorando per questa soluzione». Ma sui possibili compagni di viaggio Tajani è netto. Marine Le Pen? «Il problemi sono i valori, per noi l'europeismo è fondamentale e con i tedeschi "Afd" è impossibile qualsiasi forma di dialogo... Con Id - aggiunge poi Tajani richiamando Identità e Democrazia, il gruppo di cui fa parte la Lega in Europa - è assolutamente impossibile dialogare, come si fa a dialogare con chi la pensa in maniera opposta alla tua? Noi siamo il Ppe, siamo europeisti, atlantisti, liberali, garantisti. Anche quando vinsi contro la sinistra, Id non votò per noi». Tajani chiude ribadendo che la «maggioranza ideale è composta da popolari, liberali e conservatori, poi vedremo i risultati...». È ancora presto. Ma il disegno di Giorgia Meloni e quello di Antonio Tajani (almeno per ora) non sono sovrapponibili.
Ha una strategia precisa la premier italiana. Un disegno politico chiaro. Riunire le destre europee e tentare di essere il ponte tra moderati e conservatori. Usa parole nette. Piazza paletti precisi. Come il no al gender e alla maternità surrogata. Manda segnali a Marine Le Pen. È tiepida con l'amica Ursula von der Leyen e più di qualcuno nelle opposizioni fa notare che così rischia l'isolamento e l'irrilevanza nella futura Ue. È invece dura con gli avversari politici: «Hanno tentato di isolarci, di disprezzarci, di dividerci... E invece ci hanno rafforzato». Vuole costruire un fronte. E lo vuole fare guardando alle varie anime che compongono la galassia di destra in Europa. C'è lei, la presidente dei Conservatori di Ecr (dove con Fdi militano Pis e Vox), c'è il Rassemblement national di Le Pen che è il partito più forte di Identità e democrazia a cui aderiscono Lega e l'ultra-destra di Alternative für Deutschland, mentre Orbán e il suo Fidesz sono tra i «non iscritti». Meloni chiama i conservatori Ue: «Noi siamo il motore e i protagonisti della rinascita del nostro Continente...». Meloni suona la carica e invita le destre all'unità, a lavorare «tanto e insieme». E in veste di presidente dell'Ecr Party riceve in dote anche la sponda di Marine Le Pen, presente alla kermesse sovranista. Con Meloni ci sono punti in comune, dice la leader del Rassemblement National. Applaude la Lega. E Salvini conferma la necessità che tutte le forze di centrodestra si uniscano per cambiare finalmente l'Europa. Protestano, invece, le opposizioni italiane che accusano la premier di anti-europeismo. «Sta cancellando la libertà delle persone. Fieri della nostra identità antifascista», tuona Elly Schlein. Poi Matteo Renzi: Meloni poteva fare come Berlusconi che traghettò Forza Italia nel Ppe. E invece ha preferito fare l'influenzer e ha estremizzato la posizione dell'Italia spingendola tra le braccia di le Pen, Orban e Abascal. Intanto Salvini torna a commentare la partecipazione di Meloni al convegno di Vox: «Sono da anni vicino a Marine Le Pen, la stimo come amica e fra Macron e la Le Pen ho sempre detto che scelgo tutta la vita Marine Le Pen. Se tutto il centrodestra italiano lavora per un centrodestra unito anche in Europa facciamo cosa buona per gli italiani. Spero che nessuno preferisca continuare a governare l'Europa con la Von der Leyen o con i socialisti o con Macron rispetto a farlo con la Lega e con gli alleati della Lega. Chi stima Marine Le Pen per me è persona intelligente».

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