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Il maltempo, le elezioni spagnole e le prossime europee, la riforma costituzionale, le tasse e il caso Zaki. È una Giorgia Meloni a tutto campo quella che ha parlato questa mattina a Rtl, affrontando innanzi tutto il tema del maltempo e del clima.
La priorità del governo, ha detto la premier, «è la messa in sicurezza del territorio», l'unico modo per contrastare un clima «ormai imprevedibile». Si tratta di «un grande tema, che richiede molte risorse anche se non portano consenso immediato». «Il nostro impegno è massimo - ha proseguito -, abbiamo messo in campo tutto ciò che era nelle nostre possibilità. Nessun vigile del fuoco è andato in vacanza. Oggi sarà la giornata più impegnativa, lo sapevamo». Una criticità dovuta «al combinato disposto di nubifragi al Nord» e il caldo e gli incendi al Sud. Al fuoco poi si somma il vento e «questo rende impossibile l'utilizzo dei canadair per la lotta ai roghi». Ad ogni modo, ha assicurato, «siamo già in allerta. Sono in contatto costante con il ministro Musumeci. Voglio portare la mia totale solidarietà ai territori colpiti e alla famiglia della ragazza», ha poi concluso ricordando la 16enne morta a Brescia per la caduta di un albero in un campo scout.
Per quanto riguarda le elezioni spagnole, la presidente del Consiglio ha parlato di «un risultato atteso per Vox», ma il «vero dato - ha incalzato - è la crescita del centrodestra con il Partito popolare». Per quanto riguarda le prossime europee, «è presto per fare ragionamenti e le ricostruzioni di questi giorni sono campate in aria, ma come presidente del partito conservatore - ha continuato - la mia priorità è far crescere la nostra famiglia». «Anche nessuno riesce ad esprimere una maggioranza - è stata la conclusione - auguro agli spagnoli di formare quanto prima un governo perché siamo popoli amici al di là di chi governa». Poi la frecciatina alla sinistra italiana: «Fa sorridere che si consola con il spareggio della sinistra spagnola» di Sanchez.
Spazio anche alla riforma costituzionale, che il capo dell'esecutivo ha auspicato venga fatta in fretta perché «serve stabilità, per questo - ha chiarito - spero ci sia convergenza». E poi al capitolo migrazioni, con Meloni che ha rivendicato la bontà dell'accordo raggiunto con la Tunisia e soprattutto la conferenza di Roma di domenica, «una cosa mai accaduta prima» che «dimostra la centralità dell'Italia».
Sul Fisco il presidente del Consiglio ha messo in chiaro che «nelle prossime due settimane» verrà approvata «la riforma generale, attesa da decenni. Siamo intervenuti varie volte - ha poi ribadito - ma mai in modo così organico. Da una parte vogliamo abbassare le tasse» e dall'altra «costruire un rapporto diverso tra Stato e cittadini, di fiducia reciproca, tra Fisco e contribuenti. Saremo molto rigidi in tema di lotta all'evasione fiscale, lavorando sulla fiducia. Siamo consapevoli di una pressione fiscale eccessiva che grava su cittadini e imprese. L'obiettivo che ci siamo dati è di alleggerirlo in modo generalizzato», ha concluso.
Rispetto alla liberazione di Patrik Zaki, la premier ha fatto notare che «la strategia utilizzata in precedenza con l'Egitto era sbagliata, quella usata dalla sinistra. Un atteggiamento di superiorità con cui è difficile ottenere risultati. La differenza è stato un approccio del governo mai con superiorità e paternalistico. Noi ci confrontiamo da pari a pari, con rispetto. Questo nuovo approccio ha portato ad una apertura con l'Egitto».