Il gup di Milano, Marina Zelante, ha deciso di inviare gli atti del procedimento Mediatrade, l'ultimo dei capitoli di indagine sui diritti Tv, alla Corte costituzionale eccependo la legge sul legittimo impedimento che consente al presidente del Consiglio e ai ministri, così come alle alte cariche dello Stato, di chiedere un rinvio dei procedimenti in corso a loro carico di sei mesi.Il giudice, ora, si è nuovamente ritirato per valutare se sospendere il giudizio, in attesa della consulta, per tutti gli indagati, tra i quali Silvio, Piersilvio Berlusconi e Fedele Confalonieri, oppure se stralciare la posizione solo per il presidente del Consiglio e procedere con un normale rinvio per gli altri indagati.L'inchiesta, un filone del processo Mediaset sulla presunta creazione di fondi neri creati dal Biscione attraverso le operazioni di compravendita dei diritti televisivi all'estero, coinvolge 12 persone, tra cui il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, suo figlio Pier Silvio, e il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri.Nei giorni scorsi i difensori di Berlusconi avevano depositato l'istanza di legittimo impedimento per il premier, impegnato in questi giorni in un viaggio istituzionale per il G20 in Canada, e disponibile a presentarsi davanti ai giudici milanesi soltanto il 27 luglio. Ma anzichè accogliere la richiesta di rinvio avanzata dai legali di Berlusconi, il Gup Marina Zelante ha sollevato l'eccezione di costituzionalità sulla normativa del legittimo impedimento inviando alla Corte Costituzionale gli atti dell'inchiesta.