Caro direttore, sento forte il dovere di fare di tutto ciò che è nelle mie possibilità, per tenere desta l’attenzione dell’opinione pubblica e della classe politica sul drammatico problema ambientale che affligge la mia terra, in questo lembo bello e sfregiato di Campania. E sento il dovere di mantenere accesa la speranza nei cuori della mia gente e, soprattutto, dei volontari che si stanno spendendo in modo meraviglioso e gratuito per la soluzione di questo dramma. Ecco perché credo sia giusto rendere pubblica la bella lettera che il Presidente della Repubblica mi ha inviato: «Caro padre Patriciello, ho ricevuto il suo messaggio e la ringrazio per gli auguri e per l’invito a Caivano. Ho letto anche il suo editoriale pubblicato nei giorni scorsi su "Avvenire", in cui rinnova pubblicamente questo invito. Lei sa bene quanto il dramma della "Terra dei fuochi" mi stia a cuore. Come lei, che vive in prima linea su questa frontiera, sono convinto che sia urgente "bonificare" le coscienze, combattendo egoismo, disonestà, corruzione e criminalità, tutti fattori che sono alla sua radice. Così come credo che sia necessario fare in modo che questa zona venga liberata dai veleni che seminano malattie e morte tra la popolazione. Le assicuro che terrò in evidenza nella mia agenda il proposito di una visita nella vostra martoriata terra. Nel frattempo continuerò a seguirvi con molta attenzione. Esprimendo la mia vicinanza a lei, ai cittadini e ai volontari che sono impegnati in questa battaglia, le invio i miei più cordiali saluti. Sergio Mattarella». L’abbiamo letta, direttore, alla fine di ognuna delle quattro messe celebrate domenica scorsa in parrocchia e, sempre, spontaneamente, i fedeli hanno accolto con un caloroso e prolungato applauso le parole del loro Presidente. Questo mi dà gioia, perché sono profondamente convinto che in un Paese democratico il rapporto di fiducia che si instaura tra la prima carica dello Stato e i cittadini sia fondamentale. Il Presidente, con poche parole, ha messo bene in evidenza lo stretto rapporto che c’è tra l’ambiente avvelenato e le malattie che stanno decimando il mio popolo. L’ultima mamma, divorata dal cancro, che è volata in cielo in questi giorni, si chiamava Teresa. Aveva solo 32 anni e un bambino piccolo che non potrà abbracciarla per il resto della vita. Credo anche che le autorevoli espressioni del Presidente della Repubblica, facciano ben comprendere l’urgenza di approvare, senza ulteriori, insopportabili ritardi, il disegno di legge sui reati ambientali. L’Italia ha estremo bisogno di questa legge senza la quale la lotta agli avvelenatori, siano essi camorristi, colletti bianchi insozzati o industriali disonesti, non potrà mai avere alcun successo. Caro direttore, permettimi di ringraziare pubblicamente il presidente Mattarella e dirgli che da oggi cominciamo a contare i giorni che ci separano dalla sua visita. Siamo convintissimi, infatti, che il Presidente manterrà presto la parola data. E anche tu, direttore, insieme ai tuoi collaboratori, accogli, ancora una volta, i nostri ringraziamenti per l’amicizia, la vicinanza e l’affetto che sempre ci avete dimostrato. Ma, soprattutto, per l’esatta, puntuale, onesta informazione resa. Senza la tenace e rigorosa campagna informativa di "Avvenire" il dramma della "Terra dei fuochi" non sarebbe ancora davvero venuto alla luce.Maurizio Patriciello
Mi piace molto l’idea di una comunità cristiana ferita e allarmata che ascolta insieme e che insieme trova conforto in parole capaci di testimoniare il dialogo e l’impegno comune del proprio parroco e della più alta carica dello Stato. E mi piace altrettanto, caro don Maurizio, che da questo ascolto popolare e dal quel dialogo appassionato tra il presidente-concittadino Sergio Mattarella e il padre e fratello che tu sei emergano due elementi essenziali. Da un lato, la serena, vitale e resistente coincidenza tra comunità cristiana e comunità civile, una comunità che in questo caso è quella della "Terra dei fuochi" (e dei veleni), da quasi un quarto di secolo sottoposta alla prova dell’ingiustizia e della sofferenza. Dall’altro, la convergente volontà dell’uomo di Stato e dell’uomo di Dio di servire la comunità liberandola, per imperativo morale e con ogni possibile umana dedizione, dalla drammatica condizione in cui versa. Questa è la strada da continuare a percorrere con decisione. Noi continueremo a starvi a fianco. Nel nome di Teresa e del suo bambino, nel nome di tutte le vittime degli avvelenatori diretti e indiretti, dei temporeggiatori indifferenti, dei calcolatori e dei negatori. Consapevoli dell’importanza del sostegno che il presidente Mattarella fa arrivare in modo così diretto e fermo a te, caro padre, e al popolo di Caivano e dell’intera "Terra dei fuochi". Marco Tarquinio