Sergio Mattarella ha firmato, in base ai poteri che gli concede l'articolo 87 della Costituzione, tre decreti di concessione della grazia in favore di Franco Antonio Dri, Giancarlo Vergelli, e di Vitangelo Bini, tre provvedimenti di clemenza individuale per tre persone anziane (78 anni Dri, 88 Vergelli, 89 Bini) che hanno riguardato il residuo di pena ancora da espiare: circa tre anni e sei mesi per Dri, cinque anni e sei mesi per Vergelli e cinque anni e otto mesi per Bini. E, fa notare il Quirinale, proprio l’età molto avanzata (in presenza di condizioni di salute molto precarie) e il residuo di pena da scontare piuttosto ridotto sono state le principali motivazioni del provvedimento, «nonché le eccezionali circostanze in cui sono maturati i delitti».
Vergelli stava scontando una pena a sette anni e otto mesi di reclusione per aver ucciso, il 22 marzo 2014 a Firenze, la moglie di 88 anni malata di Alzheimer. Bini, vigile urbano in pensione, che il 1 dicembre del 2007 uccise la moglie malata, anch’ella, di Alzheimer con tre colpi di pistola mentre era ricoverata in ospedale. Dri, invece, stava scontando la pena per l'omicidio del figlio tossicodipendente di 47 anni, ucciso con un colpo di pistola in casa. In tutti e tre i casi la richiesta di grazia verteva sulla situazione di disperazione in cui sono maturati i delitti, circostanza che è stata anch’essa tenuta in considerazione nell’emanare il provvedimento in loro favore.