Il capo dello Stato all'Altare della Patria - Ansa/Paolo Giandotti
Solo, con la mascherina, per onorare la Festa della Liberazione davanti al monumento che rappresenta più di tutti l’unità nazionale. È un omaggio silenzioso ma molto eloquente in ricordo dei caduti per celebrare il 25 aprile quello di questa mattina, a sorpresa, del presidente della Repubblica all’altare della Patria. Da solo e con la mascherina Sergio Mattarella ha percorso la scalinata ed ha reso onore al milite ignoto. In cima ha trovato due corazzieri, anch’essi con la mascherina, che hanno portato una corona al sacello del milite ignoto. Nel frattempo un trombettiere dei carabinieri ha suonato il silenzio.
Il lockdown nel giorno del 75esimo anniversario della Liberazione impedisce manifestazioni e raduni, ma il capo dello Stato ha voluto comunque onorare questa giornata importante per l’Italia, ancor più in un momento in cui il nostro Paese attraversa l’emergenza sanitaria più grave della storia recente. Questa mattina a piazza Venezia a Roma anche la scorta presidenziale è stata ridotta al minimo e non è salita con lui all’Altare della Patria aspettando ai piedi del monumento. Non c’erano le autorità , civili e militari, non c’era il seguito presidenziale né il cerimoniale, ma non si è rinunciato al passaggio delle Frecce tricolori nel cielo di Roma.
Ieri in un messaggio il presidente Mattarella ha ricordato il senso del 25 aprile, parole che sono diventate subito simbolo di ripartenza all’insegna dell’unità del Paese. La Resistenza e la fine della «follia» nazifascista rappresentano una «riserva etica, di straordinario valore civile e istituzionale – ha detto il presidente - che oggi, ancora una volta, deve fornire al Paese quella potente energia comune per affrontare insieme la fase di rilancio».
Oggi invece, in un messaggio inviato alle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, tramite il ministero della Difesa, il presidente della Repubblica è tornato anche sul tema dell’emergenza coronavirus per ricordare come «difendere la salute dei nostri concittadini contro la pandemia corrisponde ai compiti che la nostra Costituzione affida alla Repubblica nell’affermazione dei principi di salvaguardia della dignità di ogni persona». Un periodo, aggiunge Mattarella, in cui «alto è il prezzo di vite che abbiamo pagato e ancora impegnativi i sacrifici che siamo chiamati a compiere».
La data del 25 aprile così torna ad essere il modo per spingere il Paese all’unità nella fase della ripartenza, visto che la Festa della Liberazione rimanda «all'esperienza di un popolo capace di riscattarsi, di riconquistare il proprio destino, lasciando alle spalle le macerie materiali e morali del regime fascista». La stessa coesione e unità che «ci deve soccorrere anche nell’affrontare l’attuale insidia per la salute – ha concluso - Anche oggi dobbiamo resistere uniti contro un nemico aggressivo e insidioso ma non invincibile». Ecco perché, riferendosi alle immagini di tante bandiere dell’Italia appese in questi giorni alle finestre dai cittadini, il capo dello Stato auspica che «il Tricolore sia, più che mai in questa occasione, il simbolo di questa volontà. Esposto da una casa all'altra dei borghi e delle città del nostro Paese, esprima il sentimento di profonda unità del nostro popolo».