sabato 18 aprile 2015
Incontro amichevole in Vaticano tra il Papa e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Francesco Santa Sede e Italia: collaborazione reciproca.
EDITORIALE Dare le basi alla speranza di Carlo Cardia
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Un incontro amichevole. Permeato da simpatia, amicizia, rispetto. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha incontrato il Papa in Vaticano. Al termine Mattarella ha invitato Francesco al Quirinale. Il corteo presidenziale è arrivato da Via della Conciliazione ed è entrato in Vaticano da Piazza San Pietro e quindi dall'Arco delle Campane. La cerimonia di saluto, guidata dal prefetto della Casa Pontificia monsignor Georg Gaenswein, è avvenuta nel Cortile di San Damaso. Il Presidente era accompagnato dalla figlia Laura e da cinque nipoti. Con lui anche il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, con la moglie, Emanuela Mauro, e diverse altre personalità. Il colloquio privato, nella Biblioteca del Palazzo Apostolico, con Papa Francesco è durato un po’ meno di mezz’ora. Si è capito che è stato molto cordiale e che sono stati affrontate molte questioni. Lo ha fatto capire lo stesso Mattarella, poco dopo nel suo discorso ufficiale. Lo ha infatti definito un colloquio “intenso”, segno di “un rapporto davvero speciale tra Santa Sede e Italia” . Non è un caso che la visita, pur ufficiale, è stata all’insegna della semplicità, con cerimoniale semplificato. Il discorso di Papa Francesco Francesco ha subito messo in risalto le “eccellenti relazioni” tra la Santa Sede e l’Italia ed ha subito puntato sulla collaborazione necessaria per il “bene dei cittadini”, “nella distinzione dei ruoli e delle competenze e nel pieno rispetto delle reciproche funzioni”. Si tratta di una concordia “da cui derivano innumerevoli benefici”. Una collaborazione, ha insistito il Papa “che esalta la comune responsabilità per l’essere umano concreto e per le esigenze spirituali e materiali della comunità, che tutti abbiamo il compito di servire con umiltà e dedizione”. Francesco ha poi sostenuto che da una simile collaborazione nasce un “sano pluralismo”, in una civile società il cui sviluppo “postula che non si pretenda di confinare l’autentico spirito religioso nella sola intimità della coscienza, ma che si riconosca anche il suo ruolo significativo nella costruzione della società, legittimando il valido apporto che esso può offrire”. La fede infatti, nella storia italiana, è stata linfa culturale e civile. Una fede che “si è trasformata in opere e queste in istituzioni, fino a dare volto ad una storia peculiare e a modellare pressoché tutti gli aspetti della vita, a partire dalla famiglia, primo e indispensabile baluardo di solidarietà e scuola di valori, che va aiutata a svolgere la sua insostituibile funzione sociale quale luogo fondamentale di crescita della persona”. Francesco è passato quindi ad affrontare alcuni temi di attualità. Che non possono essere elusi, ma chiedono riposte concrete, anche grazie al clima di collaborazione leale appena auspicato. Il lavoro. “Il lavoro – ha detto il Papa rivolto a Mattarella - si distingue per il suo legame con la stessa dignità delle persone, con la possibilità di costruire un’esistenza dignitosa e libera. In special modo, la carenza di lavoro per i giovani diventa un grido di dolore che interpella i pubblici poteri”. Senza il lavoro, infatti, ha sottolineato Francesco, non c’è possibilità di progettare con serenità il futuro, con il rischio di “cedere ea ingannevoli e pericolose tentazioni” L’Ambiente. Il Papa ha invitato a prestare “particolare attenzione da parte di tutti” alla “cura dell’ambiente”. E ha citato Benedetto XVI (Caritas in Veritate, 51), ricordando che occorre “acquisire piena consapevolezza degli effetti dei nostri comportamenti sul creato, che sono strettamente connessi al modo con cui l’uomo considera e tratta sé stesso”. E a questo proposito ha poi parlato dell’Expo che si sta per aprire a Milano: “Sarà un’importante occasione in cui verranno presentate le più moderne tecnologie necessarie a garantire cibo sano, sicuro e sufficiente per tutti i popoli, nel rispetto dell’ambiente. Possa esso contribuire anche ad approfondire la riflessione sulle cause del degrado ambientale, in modo da fornire alle autorità competenti un quadro di conoscenze ed esperienze indispensabile per adottare decisioni efficaci e preservare la salute del pianeta che Dio ha affidato alla cura del genere umano”. Migranti. Non poteva poi mancare un riferimento alle tante persone che sfidano il Mediterraneo nella speranza di un futuro dignitoso. Il Papa ha ringraziato l’Italia per tutto quanto sta facendo verso chi chiede accoglienza. Ma, ha aggiunto, “è evidente che le proporzioni del fenomeno richiedono un coinvolgimento molto più ampio. Non dobbiamo stancarci nel sollecitare un impegno più esteso a livello europeo e internazionale”. Il discorso del presidente Mattarella Il presidente della Repubblica ha per prima cosa espresso “gratitudine” al Papa per come guarda all’Italia, ricordando in particolare “le parole di speranza” per l’Italia espresse al recente incontro coi diplomatici. Ha poi fatto riferimento al magistero universale del pontificato, “che però interpella direttamente anche il nostro Paese” su temi come “pace, sviluppo, diginità umana”. E ha ricordato le visite di Francesco in Italia, da Lampedusa a Napoli. Profughi. Il Presidente ha affrontato il tema di chi è “in fuga da guerre, persecuzioni, carestie”, ribadendo il grande impegno per accoglierli da parte italiana e, riprendendo, le parole del Papa ha chiesto un “maggiore impegno dell’Unione Europea”. Parole forti: “Con le vite spezzate si perde la speranza di tante persone e la dignità dell’Europa”. Lavoro. Mattarella ha puntato sull’”impegno per mettere al centro la persona e la famiglia”, evitando “la cultura dello scarto”. Giubileo della Misericordia. Il Presidente lo ha definito “un’occasione di riflessione su giustizia, solidarietà, pace”. E ha sottolineato che il Giubileo “rilancia il valore della gratuità in campo economico e sociale”, richiamando così al valore del volontariato. Libertà religiosa. Mattarella ha ricordato che “la libertà religiosa è un cardine della Costituzione italiana”. E che “la violenza contro i cristiani interpella la coscienza di ci ama libertà e tolleranza”. Inoltre ha affermato che la “reciproca collaborazione e conmpresione sono la base per la vera pace”. Infine il Presidente ha concluso il suo discorso invitando Papa Francesco al Quirinale.
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