sabato 15 maggio 2010
Il ministro dell'Interno in piazza del Popolo a Roma per il 158esimo della fondazione della Polizia: la lotta alla criminalità è la priorità del governo.
COMMENTA E CONDIVIDI
«La lotta alla criminalità organizzata è la priorità numero uno del governo». Le parole del ministro dell’Interno, Roberto Maroni, risuonano forte in piazza del Popolo, a Roma. Accanto alle massime cariche dello Stato e di fronte ai reparti della Polizia schierati sul piazzale, il titolare del Viminale ribadisce, dati alla mano, che il contrasto alle mafie prosegue quotidianamente: «Negli ultimi due anni sono stati arrestati oltre 5.300 presunti mafiosi, in media circa 8 al giorno. Fra loro, 360 erano latitanti e 24 inseriti nell’elenco dei 30 ricercati più pericolosi. Inoltre, sono stati sequestrati ai gruppi criminali più di 22mila beni, per un controvalore di oltre 11 miliardi di euro». L’occasione per ricordare i dati dell’azione investigativa antimafia è la ricorrenza del 158esimo anniversario della fondazione della Polizia di Stato. Una cerimonia solenne che ha visto, in prima fila, il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, il presidente del Senato, Renato Schifani, il presidente della Corte Costituzionale, Francesco Amirante. Assente invece il premier, Silvio Berlusconi che tuttavia ha inviato un messaggio di elogio alla polizia «all’avanguardia per modernità ed efficacia», ringraziando quanti hanno onorato la divisa «fino all’estremo sacrificio». Calo dei reati e boss catturati. Secondo il ministro dell’Interno, «negli ultimi due anni i reati sono diminuiti dell’11%, gli sbarchi di migranti sulle coste italiane sono calati di oltre il 90%» mentre, sul fronte del terrorismo internazionale, sono stati individuati ed espulsi 9 «pericolosi terroristi». Inoltre, sono state ricordate alcune operazioni di rilievo, con l’attribuzione di promozioni per merito straordinario ai poliziotti che hanno catturato i boss siciliani Mimmo Raccuglia e Giovanni Nicchi e i calabresi Francesco Romeo e Giovanni Strangio, ricercato per sospetta responsabilità nella strage di Duisburg. Agenti in rosa.Una promozione per merito è stata assegnata anche al «primo dirigente» Laura Tintisona, in servizio presso la Digos della questura di Roma, per aver contribuito all’identificazione ed alla cattura di 5 presunti terroristi appartenenti a una cellula brigatista. Un segnale importante, a cinquant’anni dall’entrata in servizio delle donne in polizia, ricordata con una medaglia alla prima «assistente di Ps», la signora Rosa Scafa: «Erano altri tempi e mi sentii spaesata. Ma lo rifarei. E credo che, in questi anni, abbiamo dimostrato di sapere fare bene un mestiere a volte duro, aggiungendo la nostra sensibilità femminile». Casse ristrette. Al termine della cerimonia, rispondendo a sollecitazioni dei giornalisti, il capo della Polizia, Antonio Manganelli, ha fatto cenno alla delicata questione della carenza di fondi, premettendo che i tagli «hanno colpito non solo l’Italia e non solo le forze di polizia. Ma è certo - ha aggiunto - che noi abbiamo bisogno di più risorse.  Confidiamo molto nell’istituzione del Fondo unico per la giustizia», dove confluiscono le somme liquide sottratte alla criminalità, il che ne consentirebbe, almeno sulla carta, un impiego immediato. Dietro le quinte. La cerimonia avrebbe infine offerto, a margine, l’occasione informale per un colloquio riservato fra il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, e il prefetto Gianni De Gennaro, direttore del Dis, l’organismo di coordinamento dei servizi d’intelligence italiani. I due si sono appartati nella zona superiore del palco allestito per la festa, conversando a lungo, lontano dalle orecchie indiscrete dei cronisti. Difficile immaginare cosa si siano detti, in un clima che tuttavia resta rovente per via delle inchieste giudiziarie di Firenze e Perugia, che vedono coinvolte diverse personalità di governo.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: