martedì 7 luglio 2009
Il ministro dell'Interno parla di «polemiche sul nulla» visto che la legge non è in vigore e che già oggi che svolge un lavoro clandestino può essere espulso. «Non c'è comunque nessun rischio carcere» per le badanti, ha aggiunto.
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    Non ci sarà nessuna sanatoria per le badanti, quella di questi giorni è "una polemica basata sul nulla", visto che già da ora, prima dell'entrata in vigore del ddl sicurezza, i lavoratori in nero sono puniti. Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, nel corso di una conferenza stampa al Viminale. "Già oggi - ha aggiunto - se un clandestino svolge un lavoro in nero può essere espulso"."Si sta facendo - ha spiegato Maroni - un gran discutere su una norma non ancora in vigore, dimenticando che ci sono già leggi che puniscono il lavoro nero, specie se viene svolto da un clandestino". Sull'ipotesi di sanatorie, il ministro è netto: "Il Parlamento - ha osservato - è sovrano, ma io personalmente sono contrario ad una sanatoria che non si potrebbe fare per una particolare categoria di lavoratori. Ciò è fortemente sconsigliato dal patto europeo sull'immigrazione che è un impegno sottoscritto da tutti i capi di governo dell'Europa, per cui mi sento di escludere l'ipotesi di sanatoria".Maroni ha poi definito "eccessivi" i numeri circolati in questi giorni sulle badanti irregolari, ricordando che molte sono di paesi recentemente entrati nell'Unione europea e quindi non hanno bisogno di regolarizzazione. Quanto a chi ha parlato del rischio carcere per la badante, il ministro ha sottolineato che "il reato di clandestinità introdotto con il ddl sicurezza prevede una sanzione penale che non è il carcere, ma una pena accessoria e cioè la possibilità di immediata espulsione con provvedimento del giudice di pace". Dunque, ha aggiunto, "sono state fatte polemiche sul nulla visto che già oggi, col ddl sicurezza non in vigore,  un clandestino può essere identificato ed espulso ed ulteriormente sanzionato se fa un lavoro in nero".
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