venerdì 6 novembre 2009
L'allarme del ministro: «Si formano e si addestrano nel nostro paese». E aggiunge: «Siamo molto preoccupati  siamo in presenza di una svolta da seguire con grande attenzione». Poi, dopo la polemica dei giorni scorsi, aggiunge: «Il governo garantirà maggiori fondi per la sicurezza».
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C'è una evoluzione nel terrorismo islamico che agisce anche nel nostro paese che «preoccupa»molto gli investigatori e lo stesso Viminale. A chiarirlo è stato stamane il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, nel corso di un incontro alla stampa estera. Maroni che ha affermato come del tema terrorismo si sia parlato anche ieri nel corso dei lavori del G6 di Londra ha definito il fallito attentato alla caserma di Milano un «segno di svolta nell'attività delle cellule in Italia».«Fino a quell'episodio, infatti - ha sostenuto Maroni - i gruppi terroristici in Italia si concentravano nella raccolta di fondi e facevano reclutamenti per azioni fuori dal nostro territorio. Ora il quadro è cambiato e penso che ci possano essere cellule in Italia che - ha sottolineato il ministro - si formano, si finanziano e si addestrano per fare attentati anche in Italia. Non siamo ancora al fenomeno degli "homegrown" (cioè dei 'terroristi nativì) come avvenuto in Inghilterra e Spagna ma ci siamo molto vicini».Maroni ha poi fatto notare che «se fosse già stata approvata la proposta di legge che porta da 10 a 5 gli anni per ottenere la cittadinanza, il kamikaze di Milano sarebbe stato un cittadino italiano. Siamo molto preoccupati - non si è nascosto Maroni - e siamo in presenza di una svolta da seguire con grande attenzione».Secondo il ministro quelle che operano attualmente sono cellule in parte autonome e in parte collegate «con Al Qaeda. Non c'è Al Qaeda in Italia - ha concluso Maroni - che vi fanno riferimento ma che, in qualche modo, hanno avuto l'autorizzazione da questa organizzazione».Il piano. «Stiamo predisponendo un piano straordinario contro le mafie in 10 punti che presenterò alpremier nelle prossime settimane per vincere definitivamente la battaglia contro la criminalità organizzatà».Più risorse. «Stamattina a margine del Consiglio dei Ministri - ha rivelato il ministro -  ho parlato con il premier Berlusconi che mi ha assicurato il suo totale impegno per garantire maggiori risorse al comparto sicurezza». «È una cosa che ho apprezzato molto - ha spiegato Maroni -non so se è anche per merito delle mie dichiarazioni dell'altro giorno, ma se è così ben venga. Il fatto che il premier abbia riconosciuto che la sicurezza è in cima alle priorità del Governo italiano è un fatto molto positivo».
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