Era l’8 agosto 1956 quando in Belgio, nella città di Marcinelle, si udì una terrorizzante esplosione nella miniera di carbone Bois du Cazier dove stavano lavorando 275 operai in maggioranza immigrati italiani. 262 di loro morì 138 provenivano dall’Italia. Causa dell’incidente fu un malinteso sui tempi di avvio degli ascensori tra i minatori che caricavano i contenitori con il carbone e i manovratori che si trovavano in superficie.
Anche quest’anno, nel 59° anniversario, la campana “Maria Mater Orphanorum” che si trova sul luogo, ora patrimonio storico del’Unesco, ha suonato 262 rintocchi per i minatori morti e 10 per i caduti in tutte le miniere del mondo. Ha poi continuato a risuonare a distesa in omaggio alle vedove ed agli orfani.
Numerosi i messaggi di ricordo, tra cui quello del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che evidenzia che “il dramma che costò la vita a centotrentasei connazionali costituisce un doloroso monito per tutti coloro che hanno responsabilità di garantire la sicurezza del lavoro, in ogni Paese e in qualsiasi settore, affinché eventi tragici come quelli che oggi ricordiamo non abbiamo più a ripetersi”. Mentre Fondazione Migrantes ha ribadito in una nota che l’8 agosto “non è una ricorrenza per non dimenticare, ma rappresenta un valore inestimabile da trasmettere alle nuove generazioni perché il sacrificio dei nostri emigranti in termini di disumano lavoro, frustrazioni e umiliazioni, faccia crescere la consapevolezza del rispetto dei diritti verso le nuove generazioni di immigrati nel nostro Paese”.