lunedì 15 ottobre 2018
All'incontro di maggioranza manca Salvini, in campagna elettorale a Monza. Polemica l'assenza del ministro del Lavoro: un tetto, altrimenti sarà un condono. Diminuito di 15,5 miliardi debito pubblico
Il presidente del consiglio Giuseppe Conte

Il presidente del consiglio Giuseppe Conte

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Nuovo vertice di maggioranza stamani alle 10,30 in vista del Consiglio dei ministri, con il governo che entro oggi dovrà inviare alla Ue il Documento programmatico di bilancio con obiettivi di crescita e di finanza pubblica e struttura della manovra per il 2019. Alla riunione il vicepremier Matteo Salvini giungerà solo nel primo pomeriggio, occupato da impegni elettorali a Monza. A rappresentare il Carroccio il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti. Dopo il vertice, l'esecutivo si riunirà al Consiglio dei ministri. Diserta il vertice invece l'altro vicepremier, Luigi Di Maio. La tensione è sulla pace fiscale, col capo politico del M5s che vuole paletti per impedire che il provvedimento sia un condono fiscale.

Al centro dell'incontro alcune delle misure chiave da inserire nella manovra. Presenti, assieme al premier Conte, il ministro dell'Economia Tria e i sottosegretari Giorgetti, Castelli e Garavaglia. Ieri una precedente riunione si era chiusa con un nulla di fatto in tema di pace fiscale, ma anche sulla Rai si registrano tensioni nella maggioranza con il M5s che attacca la Lega. Sull'assenza polemica di Di Maio, secondo l'AdnKronos il vicepremier sarebbe a Palazzo Chigi, ma resterebbe ferma la sua volontà di non prendere parte alla riunione per manifestare il suo dissenso. Al centro del braccio di ferro, viene spiegato da autorevoli fonti, il capitolo della pace fiscale, con il vicepremier e ministro del Lavoro deciso a chiedere un tetto come limite della possibilità, per ogni contribuente, di mettersi in regola. Il M5S vuole che la pace fiscale venga circoscritta a tutti quei cittadini che non hanno pagato le tasse dovute, ma in ogni caso hanno segnalato in modo fedele il proprio debito al fisco, ovvero hanno effettuato correttamente tutte le dichiarazioni. Il "nero", per i grillini, deve essere lasciato fuori per evitare che della pace ne approfittino gli evasori fiscali. Di Maio sarebbe ora impegnato a limare il pacchetto di misure sulle semplificazioni
alle piccole imprese che vorrebbe entrasse nel dl fiscale, ma che starebbe trovando il muro della Lega. E anche questo è ulteriore
motivo di scontro.

Mercati ancora in attesa, con la Borsa a -0,08% dopo avere aperto a -0,2% e lo spread a 304. Sul fronte del debito pubblico c'è da registrare una flessione, dopo il record di luglio. Ad agosto infatti è diminuito di 15,5 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.326,5 miliardi di euro. Il dato - reso noto da Bankitalia nel supplemento al Bollettino Statistico "Finanza pubblica, fabbisogno e debito" - con ogni probabilità è effetto delle manovre del precedente esecutivo. Ad agosto le entrate tributarie sono state pari a 43,7 miliardi, -3,9% sullo stesso mese del 2017. Nei primi otto mesi del 2018 invece si registra una crescita dello 0,6% sullo scorso anno.

Per il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, gli effetti della manovra sull'economia reale non sono chiari. Deve essere «spiegata più nel merito - afferma - perchè i dati ci dicono che c'è poco sulla crescita», ma è proprio «attraverso la crescita che il governo si gioca la sua credibilità». Il numero uno di Confindustria sostiene che «occorre vedere più nel merito quanto viene dedicato alla crescita,che rende sostenibili i conti, non solo in termini di deficit/Pil».


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