mercoledì 13 luglio 2011
Accordo bipartisan, venerdì il voto finale. Berlusconi rassicura: il sistema tiene Ma chiede collaborazione. Pd, Idv e Udc rispondono positivamente Sarà però una tregua a tempo. «Vivo apprezzamento» di Napolitano per il via libera al Senato previsto entro domani. Annullata la visita a Pola. Pensioni, scatta dal 2012 l’aumento dell’età: un mese in più all’anno. Ma per settembre si pensa già a una manovrina-bis per correggere i conti.

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Passerà alla storia come la manovra economica insieme più contestata e approvata con più rapidità. La paura di pesantissime ripercussioni sulla tenuta del Paese, ha spinto tutti i massimi vertici istituzionali e politici (dal Quirinale alle presidenze di Camera e Senato, da Palazzo Chigi al ministero delle Economia, dai segretari dei partiti alla Banca d’Italia) a fare sistema e a spendersi per una votazione lampo in Parlamento. Entro venerdì. Tutti d’accordo sui tempi, maggioranza e opposizioni. Le quali, pur confermando il voto negativo, presenteranno una manciata di emendamenti, e limiteranno al minimo gli interventi in aula, proprio per consentire la massima speditezza. Con la speranza di dare un segnale forte di compattezza ai mercati. Ieri il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha lasciato in anticipo la riunione dell’Ecofin a Bruxelles, dicendo: «Sto andando a Roma per chiudere il bilancio dell’Italia». Ma è stato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ieri, a chiudere il cerchio, dopo l’invito di Giorgio Napolitano e la disponibilità di massima da parte dei partiti di opposizione: Pd, Terzo Polo, Idv. Berlusconi, che ha annullato alcuni impegni legati al Milan per seguire l’andamento della crisi, ha fatto sentire la sua voce – dopo giorni di silenzio – attraverso una lunga nota. Nella quale ha parlato di gravi «minacce» non solo all’Italia, che vive «un momento non facile», ma alla moneta unica europea e, in definitiva, alla stessa Unione. Una «battaglia» nella quale l’Italia «è in prima linea» e ha «l’Europa al suo fianco». Berlusconi sparge ottimismo, rassicurando sulla tenuta e sulla solidità del governo, del sistema economico-produttivo e di quello bancario. Ma ha chiesto una accelerazione del «forte processo di correzione dei conti pubblici», da approvare «in tempi rapidissimi». E anche modifiche, per rafforzare  «i contenuti e  definire compiutamente i provvedimenti ulteriori volti a conseguire il pareggio di bilancio nel 2014. Occorre eliminare – ha aggiunto – ogni dubbio sulla efficacia e sulla credibilità della correzione, ma occorre anche operare per rimuovere gli ostacoli che frenano la crescita della nostra economia». Ed ecco il passaggio più "politico". Il premier tiene a precisare che «il governo è stabile e forte, la maggioranza è coesa e determinata». Ma ricorda, un po’ a denti stretti, che spetta «a tutte le forze politiche, al governo e all’opposizione, difendere il Paese, le sue prospettive di crescita e il benessere dei suoi cittadini». L’invito è a «essere uniti, coesi nell’interesse comune, consapevoli che agli sforzi e ai sacrifici di breve periodo corrisponderanno guadagni permanenti e sicuri. Questa – è la conclusione – deve essere oggi la nostra risorsa fondamentale». Intanto si erano già mossi i presidenti dei due rami del Parlamento, Renato Schifani e Gianfranco Fini, convocando le rispettive conferenze dei capigruppo per decidere – all’unanimità – il calendario più stringente possibile. Al Senato il voto dell’aula si concluderà dunque giovedì (forse con la fiducia). E a Montecitorio si esaminerà la manovra e si approverà nella giornata di venerdì. Napolitano ha fatto sapere che annullerà gli impegni istituzionali di venerdì prossimo a Pola per essere pronto a ratificare il testo del decreto immediatamente dopo l’approvazione. A conti fatti, si approveranno epocali correzioni al bilancio in tre giorni. Un record che rimarrà negli annali. Come rimarrà negli annali questo imponente sforzo bipartisan, con il ministro dell’Economia Tremonti che incontra la maggioranza ma anche le delegazioni parlamentari di tutte le opposizioni e accetta alcune delle loro proposte: una rara eccezione in un bipolarismo che ha finora mostrato spesso i muscoli, le unghie e i denti e quasi mai fair-play. Certo, da Tremonti, che ha confidato di non dormire da tre giorni per la preoccupazione, sono venute attestazioni di stima per le opposizioni, che ha ringraziato «per il senso dello Stato». Ma sarà una parentesi.
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