"Se accettassimo tutto quello che il governo italiano ci propone, avremmo delle controreazioni violente da parte altri Paesi della zona euro". Lo ha detto questa mattina il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker intervistato da alcuni media audiovisivi, commentando lo slittamento nel percorso di riduzione del deficit e debito pubblico deciso da Roma. Juncker ha ricordato di essere stato accusato "da diversi governi e da diversi gruppi al Parlamento europeo di essere stato troppo flessibile sull'Italia". L'esecutivo, che ieri sera ha approvato la legge di bilancio, ha inviato a Bruxelles il Documento programmatico di bilancio, con il quale chiarisce il nuovo percorso di finanza pubblica e le misure in preparazione. La dichiarazione a caldo di Juncker chiarisce nuovamente che in assenza di novità non sarà possibile per la Ue dare via libera all'Italia.
Ma qual è ora il percorso del confronto tra Roma e Bruxelles? Sul piano interno la legge di bilancio va trasmessa al Parlamento entro il 20 ottobre e approvata in via definitiva entro il 31 dicembre prossimo. Il disegno di legge entra in vigore dal prossimo primo gennaio e potrà ovviamente essere emendato nel corso dell’iter parlamentare.
La partita con l’Europa ha tappe più serrate.
E, come mostrano le dichiarazioni di Juncker, parte stavolta sotto i peggiori auspici.
Entro una settimana la Commissione può chiedere delucidazioni al governo italiane ed entro due settimane sollecitare modifiche al piano programmatico presentato.
Roma avrebbe a questo punto tre settimane per aderire o meno alle richieste. Un passo a seguito del quale, entro la fine di novembre (circola già la data del 21) le autorità europee emetteranno il loro verdetto sulla manovra. E se rileveranno “deviazioni significative” dal percorso di consolidamento dei conti pubblici, apriranno la strada a una procedura d’infrazione per deficit eccessivo contro l’Italia.
La formalizzazione della procedura – che non è automatica ma a quel punto difficile da evitare - ci sarà però in primavera. Poco prima delle elezione del Parlamento Europeo e dell’insediamento di una nuova Commissione a Bruxelles.