mercoledì 5 settembre 2018
Concluso il vertice a Palazzo Chigi. Conte: crescita nella stabilità. Di Maio: nessuna contrapposizione con il Tesoro. Spread in calo dopo le rassicurazioni di Salvini
Il premier Conte con i due vice Di Maio e Salvini

Il premier Conte con i due vice Di Maio e Salvini

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Si è concluso a Palazzo Chigi il vertice convocato dal premier Giuseppe Conte con i due vice Luigi Di Maio e Matteo Salvini, il ministro del Tesoro Giovanni Tria e il titolare degli Affari Europei, Paolo Savona. Un secondo round si svolgerà domani. Il governo deve trovare la quadra definitiva sulla Nota di aggiornamento al Def, sul deficit su cui assestarsi nel 2019 e sulle misure da implementare nella prossima manovra.

Ieri si sono palesate di nuovo le distanze tra M5s e Lega circa le priorità, con Salvini a spingere sui provvedimenti più marcatamente di "centrodestra" come la flat-tax e Di Maio a ribadire che la "priorità" è il reddito di cittadinanza. Ma ieri è stato anche il giorno in cui il leader della Lega ha completato - battendo gli alleati sul tempo - la sua "svolta moderata" e ha rassicurato i mercati affermando che le misure economiche previste nel contratto di governo saranno realizzate lungo la legislatura (e quindi con impatti spalmati anno per anno). Impostazione poi confermata dal vertice di governo di stamattina. La nuova linea "responsabile" di Salvini ha incassato immediatamente due apprezzamenti: quello dei mercati, con lo spread che scende a 256 punti; quello degli industriali, con il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia che plaude all'impostazione leghista, tra l'altro ribadita anche in un'intervista al "Sole 24 ore".

Conte: crescita nella stabilità

Al termine dell'incontro, durato circa tre ore, il presidente del Consiglio ha rilasciato una nota rassicurante per i mercati: "Nell'incontro di questa mattina - spiega - abbiamo continuato a lavorare alla manovra economica e ci aggiorneremo anche domani. Stiamo approfondendo tutti i dettagli per varare un piano finanziario che tenga i conti in ordine e che consenta al Paese di perseguire un pieno rilancio sul piano economico-sociale: la nostra sarà una manovra nel segno della crescita nella stabilità". Anche il vicepremier M5s Di Maio si è attestato su questa linea: "La legge di Bilancio sarà coraggiosa e terrà i conti in ordine. Reddito di cittadinanza a flat-tax non sono alternativi. Con Tria non c'è contrapposizione ma gioco di squadra".

Una impostazione "responsabile", come detto, che era stata anticipata ieri mattina dal leader della Lega Salvini a margine di un vertice con le menti economiche del Carroccio. Una fuga in avanti che aveva creato tensioni e malumori in M5s. Ora però quantomeno la cornice generale sembra definita, con le onerose misure economiche previste nel contratto che saranno "avviate" nel 2019 e poi completate lungo la legislatura. Resta da definire - e non è poco - su quale livello di deficit si vuole assestare nel 2019. Tria propone di stare sotto il 2 per cento, M5s-Lega vogliono qualche decimale in più per riuscire a tenere insieme il rinvio degli aumenti Iva, un segnale forte sulle pensioni e i primi cenni di flat-tax e reddito di cittadinanza.

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