sabato 30 marzo 2013
La regola benedettina come cammino verso Pasqua. Nella comunità di Milano Due la proposta vincente di don Walter Magni: «A guidare la riflessione abbiamo chiamato un consulente aziendale».
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«Si può essere buoni cristiani e bravi lavoratori. Si può essere uomini di fede e, insieme, imprenditori, dirigenti, professionisti capaci di realizzare se stessi e di promuovere il bene degli altri. Il bene comune. Ecco che cosa ci ha lasciato questo piccolo "viaggio" al cuore della regola e della spiritualità benedettina. Etica e impresa si possono coniugare. Vita personale, successo professionale, responsabilità sociale si possono unire. È un messaggio di unità, quello che abbiamo ricevuto e condiviso. Una lezione per questi tempi drammatici di crisi».Parola di Claudio Astorri – 49 anni, consulente radiofonico, sposato, padre di due figlie –, uno dei partecipanti alla singolare iniziativa proposta in Settimana Santa dalla parrocchia Dio Padre di Milano Due, a Segrate. O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco, dice il Salmista. «Nella mia parrocchia vivono tanti imprenditori, manager, consulenti, professionisti. Tutta gente che non ha mai tempo. Difficile da raggiungere. Magari ci riesci grazie ai figli, quando vengono da noi per il catechismo, per i sacramenti. Oppure li prendi al mattino presto. Come abbiamo fatto noi», spiega il parroco, don Walter Magni.Ed ecco il percorso in tre tappe sul tema Etica dell’impresa: freno o acceleratore? La Regola di San Benedetto: saggezza antica per il bene comune. Tre incontri nella chiesa parrocchiale di Milano Due, fra le 6,45 e le 7,30 del mattino. Ogni volta spazio all’ascolto, alla preghiera, al silenzio, alla riflessione, al confronto. E – dulcis in fundo – ad un bel caffé con brioche. In compagnia. «Ogni volta, un sottofondo di canti gregoriani per l’accoglienza. Poi il salmo a cori alterni. E spazio al confronto, alla meditazione – prosegue don Magni – A guidare gli incontri abbiamo chiamato Massimo Folador, consulente e formatore aziendale, autore di libri come L’organizzazione perfetta e Il lavoro e la regola, da molti anni impegnato nella "attualizzazione" della sapienza benedettina dentro le sfide del fare impresa nell’economia d’oggi. Ogni volta – senza mai scadere in moralismi – Folador ci ha accompagnati alla scoperta dei "tesori" della Regola, ai criteri della vita monastica che possono ispirare l’azione di un manager o di un imprenditore».Dall’ascolto alla condivisione: il dialogo come mezzo per costruire il bene comune sul lavoro era il tema della prima mattinata, lunedì scorso. Guidare se stessi per far crescere gli altri: la persona e il talento individuale come presupposto il tema affrontato martedì; Dall’organizzazione alla comunità organizzata: il lavoro come strumento di realizzazione, crescita ed eccellenza quello di mercoledì. A fare da preludio alle tre mattinate, una serata sull’etica dell’impresa, ai primi di marzo, con Folador e con Umberto Costamagna, «un importante imprenditore, nostro parrocchiano – dice ancora don Walter –, alla guida di un’azienda di servizi di call center fra le più grandi d’Italia, che gestisce ispirandosi alla "lezione" benedettina e alla riflessione di Folador».Il sacerdote è stato, dal 1997 al 2007, cappellano all’Università Bocconi. «Là ho avuto la prima idea di avvicinare il mondo dei docenti e dei professionisti con incontri al mattino presto, prima di andare al lavoro. Quell’idea – spiega il parroco – me la sono portata qui a Milano Due, dove sono parroco dal 2007 e dove ho dovuto imparare un linguaggio nuovo, capace di parlare alle persone che concretamente fanno parte di questa comunità».«Nelle tre mattinate sono venute almeno una cinquantina di persone. Posso testimoniare il loro stupore, la loro soddisfazione. E il desiderio di proseguire il cammino, magari con incontri settimanali, magari addirittura ritrovandoci in un monastero – incalza Claudio Astorri –. Per me, come per quasi tutti, era la prima volta che ci si misurava con l’Ora et labora, con la spiritualità benedettina. Una sapienza antica di 1500 anni che – vi dico, attingendo alla mia esperienza, al mio percorso professionale – sembra stare alla radice delle "buone pratiche" di oggi, delle regole del miglior management americano. La Regola di San Benedetto ci insegna la centralità della persona, delle relazioni umane, del lavoro, delle idee, e illumina la via verso una "sostenibilità" dell’economia e della finanza. Un’alternativa all’economia malata di questi anni – la finanza dei derivati, la ricchezza di pochissimi al prezzo dell’impoverimento dei più. Riscopriamo che prendersi cura degli altri è buona regola per l’economia».
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