martedì 15 settembre 2009
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Gli esseri umani alla deriva in mare non so­no merce tossica. Da tempo immemora­bile, è insito nell’uomo l’istinto di salvare altre vite in pericolo in mare. Invece oggi, parten­do dal presupposto che le barche in difficoltà ab­biano un carico di migranti e rifugiati, si fa finta di nulla, ignorando ogni richiesta d’aiuto. Le autorità portuali li rimandano in mare incontro a difficoltà e pericoli se non addirittura la morte, come se stes­sero respingendo navi cariche di rifiuti pericolosi. In uno degli ultimi recenti vergognosi incidenti, decine di migranti sono morti di fame e di sete mentre cercavano di attraversare il Mediterraneo tra la Libia e l’Italia. Secondo resoconti, le autorità maltesi, dopo aver individuato la barca in diffi­coltà, l’hanno rifornita di cibo, acqua e carburan­te, nonché giubbetti di salvataggio, per poi aller­tare i colleghi italiani, lasciando che i passeggeri, ormai stremati, continuassero il viaggio. Solo cin­que di loro hanno superato l’orribile esperienza e sono stati infine salvati dalla Guardia costiera ita­liana. Il governo maltese sostiene che gli ufficiali dell’isola hanno rispettato gli accordi internazio­nali, ma in verità, cosa deplorevole, le loro azioni non sono state conformi agli obblighi internazio­nali sui diritti umani né agli standard della con­dotta in mare. In quel tratto di mare tra il Nord Africa e l’Italia, affollatissimo e pesantemente pattugliato, una so­la nave si è fermata per aiutare i naufraghi. È ob­bligatorio riconoscere in modo inequivocabile che nessuno, inclusi coloro che cercano asilo e i mi­granti, si trova in una specie di limbo dei diritti u­mani quando viaggia verso o raggiunge una desti­nazione diversa dal Paese d’origine. Il mancato rispetto dei diritti umani dei migranti incoraggia comandanti di navi e compagnie di na­vigazione a mettere al primo posto i calcoli sui co­sti da affrontare per salvare poveri e indesiderati na­viganti in pericolo invece dei doveri di salvataggio e dell’umana compassione. Ogni volta che un go­verno rifiuta a coloro che sono stati salvati di sbar­care nel porto più vicino o nel porto di destina­zione, aumenta le probabilità che i comandanti e le compagnie di navigazione distolgano lo sguar­do in presenza di una barca di migranti in diffi­coltà.

Navi Pilley Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Dirit­ti Umani

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