Gli esseri umani alla deriva in mare non sono merce tossica. Da tempo immemorabile, è insito nell’uomo l’istinto di salvare altre vite in pericolo in mare. Invece oggi, partendo dal presupposto che le barche in difficoltà abbiano un carico di migranti e rifugiati, si fa finta di nulla, ignorando ogni richiesta d’aiuto. Le autorità portuali li rimandano in mare incontro a difficoltà e pericoli se non addirittura la morte, come se stessero respingendo navi cariche di rifiuti pericolosi. In uno degli ultimi recenti vergognosi incidenti, decine di migranti sono morti di fame e di sete mentre cercavano di attraversare il Mediterraneo tra la Libia e l’Italia. Secondo resoconti, le autorità maltesi, dopo aver individuato la barca in difficoltà, l’hanno rifornita di cibo, acqua e carburante, nonché giubbetti di salvataggio, per poi allertare i colleghi italiani, lasciando che i passeggeri, ormai stremati, continuassero il viaggio. Solo cinque di loro hanno superato l’orribile esperienza e sono stati infine salvati dalla Guardia costiera italiana. Il governo maltese sostiene che gli ufficiali dell’isola hanno rispettato gli accordi internazionali, ma in verità, cosa deplorevole, le loro azioni non sono state conformi agli obblighi internazionali sui diritti umani né agli standard della condotta in mare. In quel tratto di mare tra il Nord Africa e l’Italia, affollatissimo e pesantemente pattugliato, una sola nave si è fermata per aiutare i naufraghi. È obbligatorio riconoscere in modo inequivocabile che nessuno, inclusi coloro che cercano asilo e i migranti, si trova in una specie di limbo dei diritti umani quando viaggia verso o raggiunge una destinazione diversa dal Paese d’origine. Il mancato rispetto dei diritti umani dei migranti incoraggia comandanti di navi e compagnie di navigazione a mettere al primo posto i calcoli sui costi da affrontare per salvare poveri e indesiderati naviganti in pericolo invece dei doveri di salvataggio e dell’umana compassione. Ogni volta che un governo rifiuta a coloro che sono stati salvati di sbarcare nel porto più vicino o nel porto di destinazione, aumenta le probabilità che i comandanti e le compagnie di navigazione distolgano lo sguardo in presenza di una barca di migranti in difficoltà.
Navi Pilley Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani