Si è conclusa finalmente l’odissea della 'Pinar': il governo italiano, di fronte a rischi per l’incolumità dei passeggeri, ha dato il permesso alla nave di attraccare a Porto Empedocle, in Sicilia e i naufraghi sono stati trasferiti a Caltanissetta; continua invece il braccio di ferro tra Italia e Malta sulla competenza dei soccorsi. Una controversia che ora spetterà all’Unione europea cercare di dirimere al più presto. Le posizioni tra Roma e La Valletta restano infatti distanti. Ieri sia il ministro degli Esteri Franco Frattini che quello dell’Interno Roberto Maroni hanno continuato a riversare sul governo dell’isola l’accusa di non aver fatto, in questa e in altre vicende analoghe, il proprio dovere fino in fondo. Il titolare della Farnesina è stato esplicito: «Non c’è stato alcun scaricabarile, ma regole europee non rispettate». Maroni ha ribadito: «Quello che chiediamo all’Ue è di porre fine a quello che consideriamo un paradosso, per cui c’è un Paese che ha la competenza per intervenire su un’area di mare, si prende i contributi per farlo ma poi siamo noi che dobbiamo intervenire e risolvere i problemi». Piccata la replica del ministro degli Esteri maltese Tonio Borg che considera «un insulto» le accuse di irresponsabilità mosse da Maroni. E spiega: «Malta ha sempre rispettato i suoi obblighi internazionali. Non è giusto che dopo molti anni la procedura di accettazione degli immigrati soccorsi in mare viene rivista all’improvviso e si mette in ballo un altro Stato che è tre volte più lontano da Lampedusa». Il punto di dissenso tra Italia e Malta è proprio questo. Secondo il governo italiano se dei profughi vengono soccorsi nella zona di mare di competenza di uno Stato, dovrebbero essere portati nei porti dello Stato stesso. Per i maltesi vale invece la regola del porto più vicino (nel caso della 'Pinar' era appunto Lampedusa, ma non era adatto, secondo le autorità italiane, ad accogliere una nave di quella stazza). All’interno della Commissione europea cercano di gettare acqua sul fuoco. Il commissario alla Giustizia e ai Diritti civili, Jacques Barrot, si è un po’ barcamenato: ha ringraziato l’Italia per l’accoglienza data agli immigrati spiegando che «il problema resta ancora irrisolto, si è arrivati ad una soluzione per la 'Pinar', ma altri drammi rischiano di avvenire in futuro ». E sulla controversia tra Italia e Malta ha detto: «Il diritto marittimo internazionale non è semplice da interpretare, stabilisce che bisogna portare le persone a rischio di naufragio nel porto più vicino, ma dove le condizioni di accoglienza sono accettabili. E Malta e l’Italia avevano entrambe le loro obiezioni». Barrot, che oggi riferirà alla Commissione, ha chiamato in causa il ruolo dell’Ue: la questione dell’immigrazione, ha detto in sostanza, non può ricadere solo sulle spalle dei Paesi europei mediterranei: «L’Ue deve esprimere una solidarietà più concreta ed efficace, per questo – ha annunciato – riprenderò la discussione sull’emergenza immigrazione durante il prossimo Consiglio dei ministri». Regole più chiare vengono chieste da un’istituzione equidistante, l’agenzia dell’Onu per i rifugiati. La portavoce in Italia, Laura Boldrini, ha fatto presente che incidenti come quelli della 'Pinar', costretta a fare la spola nel Mediterraneo per giorni e giorni, «scoraggeranno i mercantili e i pescherecci a prestare soccorso, perché si arriva a essere bloccati per giorni subendo delle penali e vivendo a bordo delle situazioni veramente difficili». E ha aggiunto: «Ultimamente sono stati apportati degli emendamenti ai trattati sul soccorso, che Malta in particolare non ha firmato. Quindi è come se nel Mediterraneo poi ci fossero Paesi che rispondono a dei protocolli diversi. Per questo visto che parliamo di due Stati dell’Unione Europea, sarebbe auspicabile che in sede europea si riuscisse a elaborare una direttiva vincolante per tutti gli Stati che stabilisca gli oneri e le responsabilità». Ed è proprio quello che ripete il ministro Maroni: «Ragioni di carattere umanitario ci hanno indotto ad accogliere questi immigrati, ma la posizione non cambia: la Commissione Europea intervenga per far rispettare le regole a tutti e non intendiamo più andare a occuparci di questi problemi nelle acque di competenza altrui». Contro il titolare del Viminale gli strali delle opposizioni: «Gli immigrati potevano essere accolti prima - dice Maria Pia Garavaglia del Pd - l’impressione è che si sia guardato molto alle ragioni diplomatiche e poco a quelle dei disgraziati a bordo della 'Pinar'». ll ministro maltese Borg