giovedì 11 dicembre 2008
La riforma della scuola parte nel 2009. Slitta di un anno, invece, quella delle superiori. Confermato il tempo pieno con due docenti Presto i regolamenti. E giovedì sarà varato il piano per le secondarie.
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Slitta al 2010 l’applicazione della riforma delle superiori, mentre quella per le materne ed elementari partirà nel 2009, ma con diverse novità nei regolamenti attuativi. Una giornata decisamente intensa quella vissuta ieri dalla scuola italiana. Punto centrale, l’incontro a Palazzo Chigi tra il ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini, assieme ai colleghi Brunetta e Sacconi, e le organizzazioni sindacali. L’occasione per mettere nero su bianco alcune delle linee che saranno recepite nei regolamenti attuativi della legge 169/2008 (l’ex decreto Gelmini sulle elementari). La parola ai genitori. Dunque nel settembre 2009 le famiglie che iscriveranno il proprio figlio in prima elementare potranno scegliere tra quattro «tempi scuola»: le 24 settimanali del maestro prevalente, le 27, le 30 e, infine, le 40 del tempo pieno. «Si supera la formula del modulo dei tre docenti su due classi» commenta il ministro, che, però, accoglie l’indicazione delle stesse commissioni parlamentari, di «tenere conto delle specifiche richieste delle famiglie». Nessuna applicazione automatica del maestro prevalente, quindi, ma vincolata alla richiesta dei genitori. Confermata la presenza di due docenti per le classi che faranno il tempo pieno (40 ore settimanali) e pure la possibilità di attivare il tempo prolungato alle medie inferiori, «ferma restando l’esigenza che si raggiunga il previsto numero di alunni frequentanti», con un fronte orario tra 36 e 40 ore. L’orario «obbligatorio nelle media sarà previsto da 29 a 30 ore, secondo i piani dell’offerta formativa delle scuole autonome». Alle materne sarà garantito l’orario delle 40 ore con due insegnanti per sezione. L’intesa siglata ieri tra governo e sindacati prevede che «sarà tutelato il rapporto di un docente ogni due alunni disabili».La riforma delle superiori slitta al 2010. Giovedì prossimo, invece, il ministro Gelmini presenterà in Consiglio dei ministri la riforma della scuola superiore che partirà nel settembre 2010, con un anno di ritardo rispetto al previsto. Uno slittamento che, spiegano al ministero, «darà modo alle scuole e alle famiglie di essere correttamente informate sui rilevanti cambiamenti e sulle innovazioni degli indirizzi». Tra i punti principali della riforma vi saranno lo snellimento e la semplificazione degli indirizzi scolastici (oggi sono oltre 900), il riordino degli istituti tecnici (da 39 a 11) e del sistema dei licei, l’aumento delle ore di inglese, matematica e materie scientifiche. «Una riorganizzazione organica dell’offerta formativa della scuola italiana – commenta il ministro Gelmini –. Si tratta di una proposta che per i suoi contenuti può essere definita storica».Sindacati e opposizione soddisfatti. Le novità annunciate dal ministero di viale Trastevere sono state accolte positivamente dal fronte sindacale, che all’unanimità ha rivendicato alla mobilitazione delle scorse settimane «i cambiamenti introdotti in fase di regolamenti attuativi». Anche l’opposizione è soddisfatta. «Vedo che il governo sulla scuola fa una completa marcia indietro – commenta il leader del Pd Walter Veltroni –. Vuol dire che avevamo ragione quando criticavamo il decreto». «Dopo una incomprensibile chiusura – aggiunge il ministro dell’Istruzione del governo ombra del Pd, Maria Pia Garavaglia – il governo si è dovuto arrendere all’evidenza dei fatti». Sulla stessa linea anche Luisa Santolini dell’Udc, che parla di un esecutivo «che non ha ancora le idee chiare sui problemi veri, come dimostra pure lo slittamento della riforma delle superiori». Soddisfazione per «il recepimento del parere espresso in commissione Cultura della Camera» è stata espressa dalla sua presidente, Valentina Aprea, parlamentare del Pdl, per la quale è «un significativo segnale della proficua collaborazione che si è stabilita tra governo e Parlamento».
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