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La piazza del M5s contro il precariato agevola il ritorno al dialogo con il Pd e l’abbraccio tra Giuseppe Conte ed Elly Schlein è il segno che lo spazio per un fronte comune alternativo alle destre c’è ancora. La segretaria dem scioglie le riserve solo all’ultimo, grazie a una telefonata dell’ex premier, ma a giudicare dalle sigle aderenti (tra le altre Acli, Arci, Ultima generazione, Forum disuguaglianze e diversità e Rete dei numeri pari) è una scelta quasi obbligata. A maggior ragione dopo l’avvicinamento del Terzo polo alla maggioranza con l’annuncio del volo favorevole al “ddl giustizia” e non a caso anche Nicola Fratoianni decide di farsi vedere. Il leader pentastellato ci crede e il ritorno dal vivo di Beppe Grillo dimostra che sulla battaglia per il lavoro il Movimento sta investendo gran parte del proprio capitale elettorale.
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Anche il meteo favorisce la manifestazione, che avanza sotto un solo cocente dopo una settimana di piogge torrenziali che hanno sferzato la capitale. Alla testa del corteo in partenza da Piazza della Repubblica uno striscione riassume il perché della dimostrazione: “Basta vite precarie” e, almeno secondo gli organizzatori, sono quasi in in 20mila a seguirlo. Conte sembra soddisfatto: «Una piazza così affollata va al di là delle aspettative. Oggi è una giornata di sole, di caldo, la gente poteva andare al mare e invece sono venuti qui a manifestare tutta l'insoddisfazione, tutto il disagio sociale che il governo non vuole ascoltare. Questa non è la piazza del M5S, è la piazza della maggioranza del Paese. Siamo sempre disponibili al dialogo. Dobbiamo lavorare su battaglie comuni, su temi, non su incontri di vertice. Apprezzo che siano venuti Schlein, e Fratoianni, tantissime forze sociali e civiche».
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Da parte sua la segretaria dem ribadisce la propria disponibilità a collaborare: «Ci tenevamo a portare un segnale di volontà, di unire le nostre forze sui temi su cui oggi il Movimento ha scelto di mobilitarsi». E anche Fratoianni sembra entusiasta: «Ogni volta che c’è uno spazio di convergenza – scrive su Facebook postando le foto della marcia – bisogna praticarlo».
Sul palco che segna la fine del percorso del corteo si alternano i rappresentanti delle associazioni coinvolte. Più tardi è ancora Conte a prendere la parola. L’ex avvocato del popolo si scaglia contro la precarietà, anche quella «climatica», poi rivendica la sua assenza al funerale di Berlusconi: «È stata una celebrazione a reti unificate. Un’orgia celebrativa. Ma noi non siamo ipocriti». Infine l’attacco alla riforma Nordio: «Il governo vuole riscrivere le nostre regole democratiche. Hanno cominciato dalla giustizia. La custodia cautelare irrita solo ricchi e potenti. E non vi fate ingannare dal dibattito sull’abuso d’ufficio. La sua abolizione significa solo una cosa che vuoi rendere legittime le raccomandazioni e favorire gli amici dei politici».
La chiusura, dopo l’intervento di Moni Ovadia, è però tutta per Grillo con annessa polemica finale. Il fondatore del M5s invoca un «reddito universale incondizionato», l’unica soluzione per «contrastare l’intelligenza artificiale, che farà centinaia di milioni di disoccupati». È questa, aggiunge, «la battaglia da portare avanti». Poi la frase che solleva il polverone: «Fate le brigate di cittadinanza, mettete il passamontagna e di nascosto andate a fare i lavoretti, mettete a posto marciapiedi, aiuole, tombini. Fate il lavoro e scappate». Una provocazione che però alimenta reazioni indignate dalla maggioranza e dal Terzo polo. Per la Lega si tratta di «gravi, sconcertanti e inaccettabili parole», mentre Enrico Borghi (Azione-Iv)m, chiede a conte di prendere le distanze. Anche il leader di Noi moderati, Maurizio Lupi, denuncia un «incitamento alla violenza» e Raffaella Paita (capogruppo al Senato del Terzo polo), giudica «grave» la presenza di Schlein a una manifestazione organizzata da chi invoca i passamontagna».